La difficile vita della donna umorista

[:en]

donna umorista

Sesso: F
Professione: umorista.
“Umo-cheee? Cioè, scrivi di satiraaa? Una donnaaa? uahuahuah!”.

Questo è uno degli innumerevoli commenti (soprattutto provenienti dal genere maschile) che la gente fa quando si parla di un’autrice (e talvolta interprete) di satira.

Perché si sa, le parolacce e i doppi sensi stanno male sulla bocca di una signorina… Ma in punta di penna? Perché non posso esprimermi liberamente e mandare in culo politici, leggi elettorali, prodotti farmaceutici, trattare impotenza maschile, nevrosi mestruali, parti insensati (ne va di mezzo la solidarietà femminile, non lo sapete, brutte stronze?), aborti, gironi calcistici, gare di rutti, con ironia e disinvoltura?
Perché tutta questa ipocrisia intorno alla libertà di pensiero femminile espressa col sorriso?

Se scrivi qualcosa sul sesso, (roba comune all’immaginario collettivo e di dominio pubblico, bada bene) , immediatamente qualcuno pensa che tu sia un’espertona del settore. Ma de che? Descrivo ciò che tutti sanno, semplicemente in chiave ironica, e se polemizzo sull’impotenza, sull’eiaculazione precoce, sulla ricerca vana e tormentata del punto G, sulla mancata esperienza maschile riguardo alla palpazione del seno o al cunnilingus, non sto trattando forse argomenti dell’esperienza base che accomuna tutti gli esseri viventi, compreso il clero?

Ecco che al primo accenno di argomento concernente la sfera sessuale, nella messaggistica privata si scatenano i bufali, i provoloni, gli ammiccatori, i coglionazzi, i masochisti, i feticisti, convinti di comunicare con una mangia uomini.

E se parli di politica è la stessa solfa. Cosa vuoi che ne sappiano di elettorato o decreti le donne, se hanno diritto al voto da solo 70 anni? Alla politica 80 anni fa si pensava anche in casa, con i figli in braccio, i pavimenti da pulire ed un marito assente, sapete? Semplicemente ci era stato proibito di poter esprimere fattivamente il nostro parere.
Bene, è arrivato il momento di farlo conoscere a chiunque, anche scherzandoci su con la mano pesante.

Non parliamo poi se tratti l’universo calcistico, ironizzando sulla presenza del fuori gioco, o sull’arbitro che ha più corna di un cesto di lumache: “Le donne (commenti alla mano) di calcio non ne capiscono una bella ceppa, guardano solo al fisico dei calciatori, che si occupino della calzetta, di scarpe, borse e maquillage” .

Bene, io ho giocato per 2 anni a calcio, per 5 a pallamano in C1, in più sono campionessa regionale e ottava nazionale di lancio del disco, venitemi a contestare qualcosa, se ne avete il coraggio, brutti divanari del cacchio!
E adesso scusatemi, devo andare a scrivere un articolo sulla degustazione di scotch che si terrà domani sera. Adesioni?[:it]

Sesso: F
Professione: umorista.
“Umo-cheee? Cioè, scrivi di satiraaa? Una donnaaa? uahuahuah!”.

Questo è uno degli innumerevoli commenti (soprattutto provenienti dal genere maschile) che la gente fa quando si parla di un’autrice (e talvolta interprete) di satira.

Perché si sa, le parolacce e i doppi sensi stanno male sulla bocca di una signorina… Ma in punta di penna?

Perché non posso esprimermi liberamente e mandare in culo politici, leggi elettorali, prodotti farmaceutici, trattare impotenza maschile, nevrosi mestruali, parti insensati (ne va di mezzo la solidarietà femminile, non lo sapete, brutte stronze?), aborti, gironi calcistici, gare di rutti, con ironia e disinvoltura?

Perché tutta questa ipocrisia intorno alla libertà di pensiero femminile espressa col sorriso?

Se scrivi qualcosa sul sesso (roba comune all’immaginario collettivo e di dominio pubblico, bada bene) immediatamente qualcuno pensa che tu sia un’espertona del settore.

Ma de che? Descrivo ciò che tutti sanno, semplicemente in chiave ironica, e se polemizzo sull’impotenza, sull’eiaculazione precoce, sulla ricerca vana e tormentata del punto G, sulla mancata esperienza maschile riguardo alla palpazione del seno o al cunnilingus, non sto trattando forse argomenti dell’esperienza base che accomuna tutti gli esseri viventi, compreso il clero?

Ecco che al primo accenno di argomento concernente la sfera sessuale, nella messaggistica privata si scatenano i bufali, i provoloni, gli ammiccatori, i coglionazzi, i masochisti, i feticisti, convinti di comunicare con una mangia uomini.

E se parli di politica è la stessa solfa. Cosa vuoi che ne sappiano di elettorato o decreti le donne, se hanno diritto al voto da solo 70 anni? Alla politica 80 anni fa si pensava anche in casa, con i figli in braccio, i pavimenti da pulire ed un marito assente, sapete? Semplicemente ci era stato proibito di poter esprimere fattivamente il nostro parere.
Bene, è arrivato il momento di farlo conoscere a chiunque, anche scherzandoci su, con la mano pesante.

Non parliamo poi se tratti l’universo calcistico, ironizzando sulla presenza del fuori gioco, o sull’arbitro che ha più corna di un cesto di lumache: “Le donne (commenti alla mano) di calcio non ne capiscono una bella ceppa, guardano solo al fisico dei calciatori, che si occupino della calzetta, di scarpe, borse e maquillage” .
Bene, io ho giocato per 2 anni a calcio, per 5 a pallamano in C1, in più sono campionessa regionale e ottava nazionale di lancio del disco, venitemi a contestare qualcosa, se ne avete il coraggio, brutti divanari del cacchio!

E adesso scusatemi, devo andare a scrivere un articolo sulla degustazione di scotch che si terrà domani sera. Adesioni?[:]

Lucilla Masini

Lucilla Masini, nata a Lucca di cuore toscano, donna mancata, medico mancato, arredatrice forzata, umorista per vocazione.

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Lucilla Masini

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