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E tu, quanti fancazzisti mantieni?

 

Fancazzista

Il 1 maggio è passato da un po’ e, come ogni anno, mi sono ritrovata a pensare: ok la festa del Lavoro, ma una festa per i Fancazzisti non la vogliamo fare? Come il 14 febbraio per gli innamorati e il 15 per i single, non la vogliamo istituire una Festa per coloro che non fanno un bel niente?

Una proposta così non sarebbe del tutto campata in aria, anzi, credo che qualcuno potrebbe elaborare una proposta di legge e farla approvare dal prossimo governo.

A ben vedere, oggi i Fancazzisti sono un esercito. Se infatti unite i giovani in età scolare, i disoccupati, gli inoccupati, i lavoratori On/Off, i pensionati e quelli che in vita loro non si sono mai rimboccati le maniche per nascita, censo, credo religioso o stile di vita, i Fancazzisti sono la maggioranza degli italiani. E non è che sia nemmeno così facile stabilirsi in questa condizione a lungo.

Occorre conoscere e fare proprio il famoso Manuale del Fancazzista, così sintetizzato:

1. Per ogni Fancazzista che pratichi in buona salute la nobile arte del Parassitismo devono esserci almeno una mamma o  un buon samaritano che si sbatta il doppio per mantenerlo. Quindi, il Fancazzista impara presto l’arte della lusinga, del complimento, del farsi amare e benvolere. Insomma, il Fancazzista è di solito un grande seduttore.

2. Fare il Fancazzista professionale vuol dire imparare a schivare non solo ogni forma di lavoro retribuito, ma anche ogni altro incarico temporaneo e a titolo gratuito, di solito proposto da parenti e amici con l’antifona “Tu che ci hai tempo, potresti…”. Il Fancazzista dispone di un ventaglio di imprevisti e calamità da sfoderare sempre con il giusto tono e aplomb, per non inimicarsi il mondo intero.

3. Il vero Fancazzista riesce sempre a sembrare impegnatissimo in misteriose quanto lucrose attività, di solito all’estero. E resta davvero oscura la fonte monetaria dalla quale attinge per le sue (non proprio spartane) trasferte oltreoceano, i corsi Yoga a Timbuctù e il commercio di spazzole biosolidali a Bora Bora. Poi lo vedi in foto su FB e non puoi fare a meno di darti del cretino per la vita di merda che fai ogni giorno, rinchiuso tra casa e ufficio, senza sole, vento, mare e stressato come un riccio.

4. Se conoscete un Fancazzista professionista, cercate di osservarlo bene in quella che resta la sua specialità: lo scrocco. Non ha l’auto, perché mantenerla costa, inquina, è un simbolo del consumismo ormai morto e sepolto. Quindi lui va in bicicletta, salvo chiederti di portarlo all’aeroporto, alle 4 di mattina, per prendere il volo low-cost per le Seychelles. Oppure, potresti trasportargli con il tuo furgoncino il vecchio divano dalla casa dei suoi genitori al suo loft in equo canone, ereditato dallo zio Alfredo? Insomma, il Fancazzista è un esperto nel vivere a costo zero e a chilometro zero, con il culo e il furgone degli altri. 

Quindi, per un giorno, facciamo che sia la loro festa. Nazionale. Ovviamente, con negozi tutti chiusi e scioperi ad oltranza 24 ore su 24.

Fancazzisti di tutto il mondo, UNITEVI e lasciateci riposare in pace.[:]

Arianne Lapelouse

Giornalista professionista, mamma e imprenditrice. Osservo il mondo con curiosità. Sono una lente a contatto. Morbida.

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Arianne Lapelouse

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