Fare finta di essere zen

Dobbiamo dare una mano al sistema parasimpatico. Devi rilassarti.

Prova a fare Yoga, disse una volta il medico a una mia amica, in un periodo particolarmente difficile per lei.

Benissimo.

Facciamo una breve ricerca e troviamo una palestra, o meglio una stanza di un’ associazione culturale con un nome para-sanscrito, con un insegnante accreditato presso non so chi e cosa, in India.

Lei compra perfino i calzini nuovi, e via, si iscrive. Mi chiede di accompagnarla la prima volta, per sostegno morale. Io ci vado con i calzini che avevo.

Prima lezione. Aspettiamo tutto il giorno, cena leggerissima, al limite dell’ascetismo, e andiamo.

Gli allievi: tre vecchie, un tizio anoressico e una ragazzina.

A me brontola lo stomaco che pare il suono basso di una campana tibetana. Va be’, tanto l’ambiente è giusto.

Entra il maestro con un colpo di tenda che nemmeno Tinto Brass. Lungo e pelato, uguale preciso a Nosferatu.

“ Ma sei sicura? “ bisbiglio.

“ Shhh! Ne va della mia salvezza” risponde la mia amica.

Ah, be’, se la mette così, allora…

Nosferatu nemmeno ci considera e inizia una serie di posizioni micidiali, a freddo, che dopo cinque minuti mi faceva già male tutto.

La mia amica non demorde e si aggroviglia tutta, iniziando a piangere.

Dopo un’ora, la tortura finisce.

“ Vi iscrivete? “ ci chiede il maestro.

“No, io ho solo accompagnato lei”, preciso.

“Io ho fatto la lezione di prova”, dice la mia amica.

Lezione di prova un corno, perché le chiede subito di pagare i tre mesi e anche la tessera dell’associazione.

Lei paga sull’unghia, perché non è il tipo che lascia debiti in giro, la conosco bene.

Continua ad andare. Sempre più nervosa, sempre più incriccata, sempre più affannata.

E mi racconta tutto piangendo sempre più forte.

Il maestro le parla anche di alimentazione. Mangi il prosciutto? Ti reincarnerai sicuramente in una merdaccia per le prossime millemila vite.

E i chakra, e il respiro, e la Kundalini e lì e là e su e giù. Una tragedia vera.

Un giorno la mia amica è particolarmente afflitta e, per far qualcosa di diverso, la trascino di peso alla sagra della taragna, in culo ai lupi, in un paesello sperduto su per una valle.

Polenta, taleggio, salame, stinco, salsicce, salamelle, polli arrosto, e fiumi di vino. E chi c’è attaccato a uno stinco probabilmente di brontosauro? Esatto, avete indovinato.

La mia amica scoppia a piangere, tanto per cambiare, ha una crisi isterica e io le passo un fiasco di vino invece dei fazzolettini.

Il giorno dopo la porto in un’altra palestra e ci iscriviamo entrambe a zumba.

Ci divertiamo molto e ci passa anche il nervoso.

Sicuramente lo Yoga è una valida attività, ma forse è meglio evitarlo, soprattutto se ci sono delle sòle che si spacciano per istruttori.

 

Francesca Bonelli Morescalchi

Toscana fin nel midollo, vive a Bergamo per chissà quale malefatta in chissà quale vita passata. Scrive da quando è nata, per sé e per gli altri. Articoli, Narrativa, Teatro. La lista della spesa, bigliettini di ogni tipo e molte parolacce. Additata e scansata come la peste in quanto antisociale, sostiene con fervore che non è colpa sua, ma del suo dna.

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  • Evitiamo anche Zumba per favore! Meglio poledance o tessuto aereo, piuttosto!

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