Nel tempo che ci ha messo Donald Trump a fare incazzare la Russia e la Cina, schizzare a mille Wall Street, azzerare i diritti civili degli immigrati islamici, minacciare i giornalisti e l’opposizione, decidere di costruire un muro sul confine messicano e promettere meno tasse al ceto medio USA, quelli del PD (NdR: partito di maggioranza in Parlamento) si sono scissi in DP e PD, hanno parlato oscuramente di “ditta” e caminetti, si sono accapigliati come bambini dell’asilo su quando fissare data del congresso e le ennesime, inutili Primarie e hanno evitato qualunque argomento serio di economia, salvo promettere una fantomatica “pensione di gioventù” che solo a sentirla nominare mi prende un rictus horribilis.

Quindi, ho deciso. Adesso telefono a Trump e gli chiedo di venire a governare anche qui da noi. Tempo due giorni e saremmo la seconda Potenza Mondiale.
Non importa se Mr President si acconcia con un ciuffo ridicolo, così aerodinamico da sembrare progettato per far volare una monoposto in Formula Uno.

Donald Trump, con il suo iper-attivismo e il suo decisionismo funziona come una psichedelica cartina tornasole per tutti i politici nullafacenti e i mestieranti della politica che ancora affollano il nostro Parlamento.
E’ una scossa, una pacca sul sedere. E, per una volta, non si tratta delle natiche di una desnuda playmate ma dei nostri D’Alema, Renzi, Orlando e via dicendo, capaci solo di insultarsi e di accusarsi a vicenda per il vuoto ideologico ed economico in cui l’Italia- e, purtroppo, anche larga parte dell’Europa- oggi si sta spegnendo.

Il mio inglese non è impeccabile ma secondo voi se gli telefono e lo imploro dicendo “Donald, come here and make Italy great again, please”, puó andare?

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