Categorie: eastnoi altrove

Dalla Madre Patria Russa: l’estetista nazista.

“COSA HA FATTOOO?!”

Un urlo si alza dal centro di bellezza sulla strada. Un urlo simile si alzò a 15 anni quando mi fecero le prime meches rosso fuoco.

No, vabbè, non ho urlato così forte. Questo viaggiare continuo mi ha conferito cazzimma e diplomazia anche nelle situazioni che più rischiano di minare l’integrità fisica della persona, come dal medico, dal dentista, o … dall’estetista.

Avevo letto che qui facevano l’aktsia (da quando vivo a Mosca, con i prezzi che ci stanno, la ceretta è solo fai da te e, per migliorarne gli effetti, ho prolungato fino ad aprile la campagna invernale di ricrescita selvaggia).

L’estetista mi dice: “Prego, si spogli, adesso facciamo una cosa veloce veloce e si tolga pure le mutande”.

Ha capito subito che non sono del luogo.

L’estetista, appena si gira, ha un sussulto – Da quanto cavolo di tempo non si depila?!

– Dicembre?

– Non è possibile!!! … Ma… ma lei, forse… lei non fa la depilazione bikini?!

– Io, sì… bikini, sì.

– Lei non si toglie tutti i peli!!!

– No…

– Non se li vuole togliere?

– No… io… ecco… solo un poco… quelli che si vedono col costume… e basta…

– E il suo ragazzo non le dice niente?!

– … no… lui, boh… scusi, ma che gliene frega al mio ragazzo?

– Magari si vergogna di dirglielo, ma agli uomini piace pulita pulita!

– Senta, a me non mi piace. E’ scomodo. Non è igienico. Con il mio ragazzo non ho nessun problema. E poi mi vergogno di andare in giro come una bambina di 10 anni.

– Eh, si vergogna… qua non si vergogna nessuno, è la fiera delle vanità. Anche io quando ero giovane un poco mi vergognavo, ma poi già più niente. Le ragazze qua come sono sveglie, vengono già a 13 anni, si depilano totalmente, senza nessun problema, nessuna vergogna… Lei lo sa, io non sono russa, si sente, no? Eh, io vengo dall’Ossezia, si ricorda gli attentati di Beslan?

E comincia a raccontarmi tutta la vita sua:

L’estetista (nome di fantasia: Fatma) ha un marito e due figli che ha piantato in asso per venire a Mosca a lavoricchiare, e abita sul divano di una sua conoscente. I figli sono grandi ormai, e il marito l’ha sempre abbuffata di corna. E’ sempre tornato da lei, poi, tranne l’ultima volta, che ha fatto le valigie e se n’è andato dall’amante.

– Insomma, suo marito non la ama, e lei è ancora giovane. Perché non si fa una vita? – mi permetto di interrompere con una coscia per aria.

– No, lui ama anche me, lui da me torna sempre. Noi facciamo ancora sesso. E anche io lo amo… ha un carattere terribile, ma a letto io sto bene solo con lui. Solo che lui da quando ha le amanti dice che io sono cambiata, che io a letto non mi do completamente, ma come posso darmi completamente se so che lui ha le amanti?

Affondo la testa nel tessuto non tessuto. Stavano parlando di letto? E poi Fatma incalza con domande sulle usanze italiane: che forse gli uomini italiani non hanno le amanti?

– Come se non ce le hanno. Ma per quello che io vedo, avere l’amante non è un vanto, in generale. Quando un padre di famiglia ha l’amante, gli amici o i parenti cercano di parlarci per capire quale sia il problema e provano a fare in modo che, se il rapporto si può salvare, ritorni con la moglie. Almeno è quello che ho visto nella mia famiglia e nelle mie cerchie di amici. Se l’uomo preferisce l’amante, la moglie lo manda affanculo, mi scusi. A cosa mi serve a me un uomo che mi tratta come un albergo?

– Ma vede… vede un po’, com’è da lei. Nemmeno i peli vi togliete…

– Ma non è questo, io non lo so come fanno gli altri… Ma io no…

– E il suo ragazzo come mai non le dice niente?

Ancora con il ragazzo… non capisco proprio. Tutte le russe sono convinte di sapere cosa piace al mio ragazzo. Le donne russe (o ossete?) sono delle grandi esperte. Gli uomini li sanno leggere nel pensiero.

– No… al mio ragazzo piace pelosa. E anche a me. Va bene?

– Ah, perché io poi mi sono distratta, mi sono spinta un po’ più in là…

– Più in là dove? – anche io mi sono distratta, a parlare delle amanti del Don Giovanni osseto. Quando ascolto le storie mi si alza la soglia del dolore. Anche quando mi fanno i prelievi del sangue parlo del telegiornale con l’infermiera, apposta.

Rotolo sul coccige, guardo in basso,  arrossisco: un ritratto di Hitler capovolto.

– “COSA HA FATTOOO?!” Cioè, ecco, grazie, ma è un po’ troppo, la prossima volta si fermi un po’ prima”.

– Ma io l’ho fatto per farla più bella! – dice Fatma con un sorriso stronzo sulla faccia.

Esco dallo studio, mi sento un po’ strana.
Vado a fare la spesa, e nonostante sia ancora quasi tutto al suo posto mi sento come se mi avessero amputata.

Manco allo specchio mi potrò più guardare. Se ci disegni gli occhi e i capelli, è Adolph.

Fatma non lo sa, che i peli non c’entrano proprio niente. Che non me ne frega niente di cosa piace al mio ragazzo. Che mi piacciono i miei peli e se voglio ci coltivo pure il prato all’inglese.

Chissà quante Fatme ci sono nel mondo.

Quelle che sanno e fanno sempre tutto quello che piace ai loro uomini, che vogliono togliere tutti i peli, anche a chi con i peli magari ci sta comoda.

 

immagine da bluntmoms

dal blog russaliana.me

Margarita

Nata per puro caso in un posto in Italia, non può fare a meno di emigrare in continuazione in luoghi geografici e immaginari (soprattutto la Russia). Ha una brutta syndrome, ma non si sa quale.

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Margarita

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