Paolo Fox e la stanzetta blu

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Il cancro é sempre stato uno dei segni a me affini, dolci, stabili e con “certi” valori.

Ho riscoperto il significato del “segno”.
Lo chiamano in mille altri modi: carcinoma, tumore, neoplasia, brutto male e chi più ne ha più ne metta. Il buon Paolo mi pareva più solare a parlarne.

Pochi anni fa chiedevo la data di nascita, – oh il cancro un bel segno.
Oggi mi sono vista a chiedere l’età a quelle donne del cancro nella stanzetta blu. Non mi interessava più il giorno e il mese, ma l’anno per comprenderne il senso della battaglia.

Ho visto donne del cancro pelate, altre magrissime, qualcuna grassa con un sacco di capelli.

Parlavano tra loro di terapie, radioterapie, chemioterapie. Non ne ho ben compreso il significato. Io conosco solo l’aromaterapia e la cromoterapia.

Stipate in quella stanzetta blu aspettavamo tutte una risposta. No non eravamo in consulto da una sedicente cartomante con gli orecchini a cerchio, come nel mondo che mi ero immaginata. “Scorpione si, passione, ma litigherai con uno del cancro.”

Eravamo tutte in attesa del verdetto, io non del mio, ma di quello di mia madre.

L’aria era tagliente, gli sguardi(miei) di compassione e gli altri di smarrimento, cazzotenefrega e illusione.
Ognuna persa nei suoi guai, come cantava Vasco.

E io per qualche secondo l’ho anche cantata nella mia testa, insieme a Uomini Soli dei Pooh. Bizzarro.

Erano tutte donne, che c’entravano gli uomini.

La stanza blu specificava “oncologia ginecologica mammellare”. Ho pensato ad un reparto di macelleria in un piccolo supermercato.

Eppure come buoi o meglio vacche, aspettavamo tutte il responso alla “dentro, fuori”, “pollice in giù o in su” alla Giulio Cesare.

Mi sentivo in imbarazzo in mezzo alle guerre altrui.

Ho deciso però di prendermi la lotta a carico. Non so ancora come usciremo dopo “la stanza blu”, ma comunque ne usciremo saremo in due con mille delle altre vacche accatastate insieme a noi con la speranza rabbiosa del verdetto.

 [:]

Elisir

Mendicante di sogni, fabbricante di pensieri, tessitrice di parole. Da grande vorrei fare la gattara, ma sono allergica al pelo…del gatto, del cane, dell’uomo e delle tre civette sul comò!

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Elisir

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