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Il bambino col panino

Con l’inizio della scuola ritorna di attualità il dibattito su mensa o panino. 
Cari genitori, prima di decidere, dovreste conoscere alcuni aspetti del pasto alternativo che nessuno finora vi ha mai spiegato.

Innanzitutto dovete essere consapevoli che scegliendo il pasto da casa, darete vita a una nuova identità per vostro figlio. Inutili gli sforzi che avete fatto alla nascita per  dare dei nomi creativi: niente più Sofià con l’accento alla Solèr, niente più Ghali come accorciativo di Galimberto, niente più Ferragnez per i gemelli eterozigoti. La prole, di qualsiasi età, quantità e genere, verrà comunemente appellata come ilbambinocolpanino; gli verrà assegnata una nuova posizione nell’elenco alfabetico per l’appello e avrà un nuovo simbolo sopra l’attaccapanni (e non sarà una farfalla).

Certo, non è detto che il pasto alternativo debba risolversi sempre in un panino.
Ingenui…. Forse non avete chiaro che il pasto di vostro figlio è considerato “intoccabile”: non si può scaldare, non si può raffreddare, non si può tagliare, non si può assaggiare. Per le prime settimane proverete a seguire i consigli del nutrizionista proponendo torte salate alle verdure, focaccia, pasta fredda, focaccia, fagiolini e tonno, focaccia, focaccia, wurstel e patate, e ancora focaccia. A dicembre, di fronte all’ennesima insalata di pomodori, sarà vostro figlio a supplicarvi per potere ottenere finalmente un panino al prosciutto. E qui imboccherete una strada senza ritorno.
Il sistema solastico, che ha previsto con anticipo il vostro fallimento, comincerà a chiamare vostro figlio ilbambinocolpanino già dal primo giorno di scuola, nonostante la frittata. Il passaggio di casta non è previsto, fino al rinsavimento del genitore.
Per ilbambinocolpanino non è garantita una soddisfacente integrazione scolastica. Per lui sarà adibita una zona speciale all’interno della mensa, di solito nell’angolo opposto rispetto a quello assegnato alla sua classe. E ilbambinocolpanino sarà odiato dalle inservienti, che dovranno pulire anche il suo tavolo (perché il panino, le sue briciole, le lascia a scuola). E sarà odiato anche dalle insegnanti perché ilbambinocolpanino non può rimanere da solo; una delle maestre si sacrificherà per mangiare nella zona di isolamento, mentre l’altra si gestirà da sola i restanti 24 bambini, lanciando un augurio di lunga vita al simpatico genitore che ha effettuato la scelta del pasto alternativo.
Ma i suoi compagni di classe non lo odieranno, semplicemente ignoreranno la sua esistenza perché “se non c’era a mensa forse era assente”.

Ora, fuor di battuta, il diritto alla scelta del pasto alternativo non dovrebbe andare a cozzare con altri diritti fondamentali che dovrebbero essere tutelati all’interno della scuola, come quello dei bambini di mangiare tutti insieme e come il sacrosanto diritto delle maestre di evitare ulteriori rotture di palle rispetto a quelle di ordinaria amministrazione.
W la mensa, anche se fa schifo. ma questo è un altro problema.

flavia.g

Adoro i 40 molto più dei 20. Torino, due figlie, un quasi marito, una bici e uno spritz. E tante buone amiche. Non chiedo altro

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flavia.g

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