adesso!

OH, BELLA VULVA!

OH, BELLA VULVA!

No, è più facile sentire: OH, BELLA FIGA! (ma non si può scrivere nel titolo se no ci bannano)

Ecco, quale che sia, quando me lo dicono per strada, nell’ordine:
– abbasso di colpo lo sguardo. Fiuuuu, tutto ok: anche stavolta, nella fretta, non mi sono scordata la gonna.
– rimango lusingata: ma cos’ha, i raggi X?!? Oddio, ho rimorchiato Superman!
– rimango delusa: a meno che non abbia rivisto lo stile, quello non è Clark Kent ma la copia tamarra di Spadino di Suburra.
– guardo incuriosita: come cavolo ha fatto a vedere quanto sia (modestamente) bella la mia patatina?
– alzo i tacchi alla svelta, perché il tamarro scambia lo sguardo di stupore per interesse.

Una volta, all’ennesimo: “Ciao, bella figa!” rispondevo con:
“Ciao, pene nella media.”
Ma non lo faccio più: i maschi si accartocciano, quando gli dici che hanno un pene nella media.
Se gli dici che ce l’hanno piccolo, si arrabbiano. Se gli dici che ce l’hanno grosso, si pavoneggiano. Ma “nella media” li lascia basiti come un cocker senza la ciotola.
Perché è un dato “misurabile”.
La vulva, invece, è soggettiva. Bella, brutta, di carattere… Soggettiva. La bellezza (della vulva) sta negli occhi di chi guarda.

Vi assicuro che la mia l’hanno vista in pochi. Io, mia mamma, qualche mio ex, il lui attualmente in carica e una squadra al completo di rugby amatoriale (ragazze, mai far pipì ai bordi dell’autostrada).
Ma quello che la vede di più in assoluto è il mio assorbente.
Certo: per quanto pudica tu sia, ogni volta che indossi l’assorbente, quello sta lì tutto il tempo a rimirare la tua vulva. Ma non ti giudica.
E meno male! Perché già c’hai il ciclo, già non puoi toccare le piante (?), già ti impazza la maionese (pure quella in vasetto??), già ti fanno le battute tipo “Come si fa a fidarsi di un essere umano che perde sangue per 5 giorni al mese e non muore?” (questo era il grande Woody Allen, di solito va mooolto peggio)…
Che almeno!!! che il mio assorbente non dica la sua sulla mia vulva… roba da fidanzarcisi subito.
Ma, l’8 marzo, in onore alla festa della donna, voglio soffermarmi sul termine.
Scandalosa eh, questa parola: VULVA.
Eppure è il nome italiano, anzi, pure latino. E un sacco di gente si scandalizza.

E’ un metodo infallibile per prendere la parola al ristorante o in riunione su Zoom.
Fate la prova. Dite ad alta voce “Oh bro, dammistocazzodisale”: nessuno vi degnerà di uno sguardo.
Poi dite “Ginocchio.” a voce ancora più alta. Zero, niente, non pervenuto.
Poi, provate a dire “Vulva.” a voce normale.

Nel silenzio che segue, terrete banco fino al giorno dopo.
Provateci. E scrivetemi nei commenti come è andata.

Vanna Greggio

Sono certa che diventerò una vecchia stronza rubamariti, pettegola e alcolista. Ci sto lavorando da anni.

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Vanna Greggio

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