Sono una vittima di una delle peggiori “puttanun” di tutti i tempi e soffro molto per questo.

Avrei voluto evitare questa confessione ma il mio analista mi ha consigliato di liberarmi dalle catene di tale immonda vergogna, dichiarandolo a tutti (‘sto stronzo!): sono i 10 passi per aumentare l’autostima e se li compirò tutti, otterrò una deliziosa medagliona commemorativa con l’immagine tridimensionale dell’ego di Barbara D’Urso, delle dimensioni della pizza di fango del Camerun (cit. Cinzia Leone)

Ebbene, da quando ho memoria di una radio accesa in camera mia, sono una fan di Madonna, responsabile per altro dei peggiori look e outfit della mia giovinezza. Questa corruttrice di giovani anime ha sempre basato la sua carriera sul mero sfoggio di carne e inviti a copulare selvaggiamente, in modo promiscuo e in ordine sparso. Non si sfugge: c’è un’evidente correlazione tra “Bordeline” e l’idea che noi, ragazzine cresciute con la perniciosa musica di Madonna, ci siamo fatte della nostra vagina: ovvero che dovessimo correre per strada a offrirla a tutti, anche a chi non ci piaceva, anche nel caso in cui non ne avessimo voglia, capite? Diventa un riflesso condizionato, tipo cane di Pavlov o Flora Dora (che pure di problemi ne ha creati tanti nella testa del pubblico di Paolo Limiti).

Non fatevi ingannare da chi, probabilmente coinvolto nella lobby dell’ovaia lasciva, cercherà di convincervi che il messaggio di Madonna abbia a che fare con i concetti di “fiducia in sé stessi”, “espressione del proprio io” e “autodeterminazione”. In realtà, l’artista punta da sempre a realizzare un grande piano di sozzura del costume e sostituzione etica della patata per ottenere un mondo privo di bernarde oneste. Del resto avrei dovuto capirlo subito, da quel video nel quale profanava il concetto stesso di “canale di Venezia”, baluardo indefesso dell’italico viaggio di nozze con annessa primae noctis rituale, attraverso il video di quella canzone menzognera e disturbante nella quale Madonna osava addirittura parlare di verginità! E se vogliamo proprio dirla tutta, anche Heather Parisi con quei costumini da Iridella e l’insistenza sulle cicale, chiaro simbolo di membro maschile di dimensioni modeste, ha contribuito ad alimentare un certo modello femminile dissoluto e devoto alla causa della patonza da bancarella.

Ringrazio quindi pubblicamente uomini di spessore e immensa cultura come Fabio Volo  i quali hanno il coraggio di fare una cosa che veramente in pochi osano fare: mostrare disprezzo nei confronti di una donna utilizzando immagini legate alla sessualità. Finalmente leggo parole giuste e di buon senso come: introiata, impecorata che muove il culo e fa “l’ho visto, mi piace, lo voglio, ce l’ho/lo prendo”, vestita da mignotta. Una straordinaria rivoluzione (che potete leggere qui: https://www.trendit.it/fabio-volo-contro-ariana-grande-non-e-possibile-che-una-per-cantare-si-metta-a-quattro-zampe-vestita-da-migntta/)! Ebbene, io spero che fondi un partito perché sono convinta che in questa pregiata versione dell’Italia che stiamo conoscendo da un anno e mezzo, avrebbe alte probabilità di diventare un ministro dell’interno.

Il mio voto è tuo Fabio: hai la mia ascia e anche la mia redenta bernarda.