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La Letterina a Babbo Natale di Luigi Di Maio

CARO BABBO NATALE
posso darvi del voi in segno di rispetto che a Napoli tra galantuomini si usa così?

Quest’anno sono stato MOOOLTO buono.
Ho studiato tanto, anche se ancora col congiuntivo non ci azzecco, ho lavorato tanto, fino a quasi qualche oretta a settimana, pomeriggi esclusi, perchè la pennica dopo il limoncino è sacra e mammà mi dice sempre “Riposati ammamma che stai sciupato”.

Ho aiutato tante persone a trovare lavoro nell’impresa di mio patre, che anche se è nero sempre lavoro è.
Ho fatto la guerra ai ricchi sfondati per dare la pace ai puverielli scurnacchiati (che ci piove in culo pure se stanno assettati!)
Ho sconfitto la povertà, l’indigenza, la penuria, il disagio, gli stenti, la necessità (lo vedete quanti sinonimi mi sono imparato a memoria?)
Ho ridato la pensione ai pensionati, un reddito ai disoccupati, un tetto agli sfrattati, un contratto ai cassintegrati, un calcio in culo agli immigrati per accontentare a Matteo mio (visto che ho fatto del bene anche a un amico?)

Vero è che tutte queste cose ancora sono da fare ma ci manca poco, pochissimo, mesi o anni come dice sempre il compare mio Toninelli.
Voi caro Babbo, datele per fatte perchè se riesco a farlo credere a voi, figuratevi se non ci cascano gli elettori miei.

Per cui fatemi fare nu figurone e mettetemi sotto l’albero:
– Il 70% alle prossime elezioni europee (che i leghisti hanno ‘a schiattà!)
– Un uragano natalizio che fa perdere (mannaggia ‘o congiuntivo!) l’aereo a Dibattista che quello se torna mi fa nu mazzo tanto
– Una cassetta di vino all’etanolo così in un colpo solo ce levamm da ‘e palle Junker e Moscovici e passa la Manovra nostra
– Una Stirella per Matteo, che da quando non ci sta più a Elisa, quello mi sta girando di nuovo con le felpe tamarre
– Una targhetta per Conte con scritto PREMIER ITALIANO, così lo riconoscono quando va in giro e non scassano sempre a me e a Matteo per ogni strunzata.
– E lo scudetto al Napoli, così facciamo un’ammuina colossale che dura dei mesi e si dimenticano il reddito di cittadinanza e le altre minchiate.

Vedete che sotto al camino vi ho lasciato sfugliatelle e caffè
E non vi preoccupate per la spesa, non ho pagato io.
Qualcuno che ha davvero a cuore i puverielli, aveva lasciato una colazione pagata al bar.

Tuo Giggino.

La Letterina a Babbo Natale di Di Maio in esclusiva su Syndrome

La Rouge

Quasi alta, quasi figa, quasi rossa. Capatosta ma con affetto, ipercritica ma autoironica, filosoficamente orientata al pessimismo scanzonato, scassacazzi quanto basta per essere minimamente considerata in questo mondo infame. In breve e per tutti La Rouge.

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