Di traffico e personaggi impavidi

Stamani ho creduto di essere sul set di un film a mia insaputa.

Sono in macchina, lungo una via lunga e trafficata della mia città.

Mentre vado, esce un tizio dal Sert tutto a zig zag, con una bici scalcagnata e arrugginita e si infila in strada alla cazzo di cane. La macchina che stava arrivando, per scansarlo, mi viene contro invadendo di brutto la mia corsia all’improvviso. Io inchiodo e sterzo a destra.

Sul marciapiede c’è un tizio di colore a piedi che, in modo spropositato, si tuffa su un cespuglio. Non lo avrei preso comunque, ma a lui si vede che gli è scattato dentro il Tarzan e si è tuffato sul cespuglio. Già che c’ero potevo anche urlare Allah Akbar, così, tanto per, vista la reazione.

Siamo tutti fermi.

Ovviamente si crea una coda, dove tutti strombazzano suonando il clacson all’impazzata, incuranti di noialtri.

Il tizio del Sert, sceso dalla bici biascicava delle mezze scuse, tutto ringobbito, che sembrava Marco Della Noce quando faceva il tossico. Quello della macchina che evidentemente si è cacato sotto, imprecava forte in dialetto stretto. Il nero che mi batte a mano aperta sul finestrino, incazzatissimo, e io che gli indico quello dell’altra auto, mentre scendo con calma.

Alla fine si appura la situazione e iniziano ad accapigliarsi il tizio di colore con il tossico. Quello della macchina che continua a urlare “rob de mac”  (roba da matti ) e a cercare consensi fra la gente che si è fermata a guardare.

Io che, appoggiata al cofano a braccia incrociate, intravedo arrivare due vigili e, tanto per rendermi utile e opportuna, inizio a ridere come una matta.

Alla fine i vigili (poveracci) mettono pace fra i tre – io osservavo pacifica – in fondo non è successo nulla, e ce ne andiamo tutti trallallero-trallallà.

Arrivo a casa, parcheggio e oplà, ciliegina sulla torta: ho anche bucato una ruota.

Se ero su Scherzi a Parte me lo potevano dire, almeno mi sarei truccata!

 

Francesca Bonelli Morescalchi

Toscana fin nel midollo, vive a Bergamo per chissà quale malefatta in chissà quale vita passata. Scrive da quando è nata, per sé e per gli altri. Articoli, Narrativa, Teatro. La lista della spesa, bigliettini di ogni tipo e molte parolacce. Additata e scansata come la peste in quanto antisociale, sostiene con fervore che non è colpa sua, ma del suo dna.

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Francesca Bonelli Morescalchi

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