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Sopravvivere all’autunno. E agli open day.

L’autunno è quella stagione dell’anno in cui si tirano fuori i maglioni color fungo e foglia secca, le sciarpe color castagna, i pantaloni un po’ più spessi, le gambe tornano pallide e lo smalto sulle unghie dal corallo passa al color mattone. L’autunno è la zucca da mangiare in mille modi, le tisane che fumano, le foglie secche a terra, che quasi sempre nascondono una cacca di cane.

L’autunno, se hai dei bambini in età scolare, è quella fase dell’anno un po’ schizofrenica in cui bisogna iscriverli alle prove dei vari sport. E’ quel momento in cui tuo figlio potenzialmente ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo Jury Chechi, la Federica Pellegrini 2.0, Cristiano Ronaldo un po’ meno tamarro, potrà tuffarsi come Tania Cagnotto, tirare di scherma come Aldo Montano o imparare a giocare a scacchi come Kasparov. E tu, genitore modello, che sai quanto lo sport sia importante per un piccoletto con tutto il futuro davanti, non ti sottrai. Lo porti a provare tutto.

Con tutto intendo che nella stessa settimana passi dal rugby al nuoto, dalla ginnastica artistica al corso di minibasket, dalla pallavolo all’hip hop, dal judo al nuoto sincronizzato, dalla “propedeutica alla danza classica” (ci siamo cascate due anni fa) alla scuola di circo, dal pattinaggio all’arrampicata. Come in una mega lavatrice che sta centrifugando, ti ritrovi presa in questa follia collettiva. I posti sono pochi, bisogna scegliere presto e i bambini sono indecisi.

Solitamente queste prove vengono concentrate da tutte le scuole e associazioni cittadine in due settimane. Ogni giorno alla fine della scuola è una corsa contro il tempo. Finita la prova il copione è lo stesso.

Ti è piaciuto?

Sì.

Sono contenta, allora ci iscriviamo a circo?

No, voglio provare arrampicata.

E così all’infinito. Fino a quando non si saranno provati tutti gli sport.

Provato tutto e scelto niente ecco che subentra la razionalità materna e lo sport del bambino viene selezionato in base a tre severi criteri:

  1. serve il certificato?
  2. la palestra è tanto distante da scuola?
  3. quanti compagni di classe andranno li?

Quando poi proprio non se ne esce, la soluzione è una sola: NUOTO. E’ completo e a casa non serve più fare la doccia. Coi primi freddi, il phon della piscina che non scalda niente, le docce affollate e tu sudata fradicia sugli spalti ecco che inizi a chiederti perchè, perchè proprio nuoto, perchè? Ma ormai è iscritto.

Amen.

Anche per quest’autunno ce l’abbiamo fatta.

 

Silvia Garda

Scrivo, faccio cose, cucino, ho due figli, un gatto, un compagno. Non per forza tutto in questo ordine.

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Silvia Garda

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