SAN FAUSTINO ” BASTA CON I SINGLE!”

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Salve, sono San Faustino, il santo dei nerd, degli sfigati, dei single sigh-sigh da cui prendo, inorridito, le distanze.

Eh, si, perché a me mi (rafforzativo) hanno appiccicato questi qua solo perché vengo il giorno dopo San Valentino ed ho la sfortuna di farci pure rima, “Valentino/Faustino” che sarebbe come dire “Trombatore/Segaiolo” che non ci fa rima ma rende perfettamente l’idea.
Tra l’altro, io condivido il 15 febbraio con mio fratello Giovita che, secondo me, avrebbe avuto anche il nome più adatto del mio per gli sfigatoni solitari:
“Stasera una botta di Giovita!”
“Con San Giovita vinciamo la partita!”
“San Giovita facci trovare tanta fita! (licenza poetica)”
E invece no. Hanno scelto me. Faustino. Un nome, una depressione. Fa-u-sti-no.

Come dire, oggi è un giorno fausto ma poco, anzi, pochino. Un giornino felicino da singolino. Tutto “ino”.

Il Santo del suffisso diminuitivo, anzi, del suffissino.
Dai, ragazzi, davvero! Ma chi li vuole proteggere, questi qua! E poi, cosa vi proteggo? Lo stomaco, certo, che con tutta quella rabbia che avete in corpo la gastrite vi viene di sicuro! Cosa vi benedico? Il profilattico nel portafoglio che è lì da quando avete preso la patente e che solo un miracolo potrebbe far uscire fuori e non intendo solo per copulare, voglio dire proprio venire fuori dalla confezione che si è tutto disidratatoappiccicatoritirato come un fico (lui, non voi!) secco?!
Cosa sto a fare qua, con l’aureola e le alucce, vi canto una canzoncina? Ecco a voi Faustino Leali con “A chiiii!!!”. A chi t’è muo…mmmhhhh! Non lo posso dire che sono santo!!!
No, no, io faccio ricorso.

Fatemi proteggere chi volete ma non i single. Io i single li odio. E sapete che vi dico? Basta con questo buonismo! Chiamiamoli finalmente con il loro nome: uomini e donne che non se li caca nessuno manco a morire, che non trombano, non hanno mai trombato e non tromberanno mai! Ecco fatto! Ehi, voi? Volete un uomo o una donna o tutti e due? Cercateveli, caxxo! Alzate le chiappe dal divano, sorridete, lavatevi, gentilezza, allegria, disponibilità, via andare, che la vita continua e poi BUM! All’improvviso ti ritrovi decapitato com’è successo a me e finisci martire pure nell’altra vita.
Che poi, a me, diciamoci la verità, quello che mi rode, mi fa imbestialire e, potendo, mi farebbe anche bestemmiare non è essere diventato martire: è essere rimasto vergine!!![:]

Barbara Civitelli

Barbara, 52 anni, toscana, legge e scrive a livello non agonistico. Cazzeggiando si salva la vita, evita l’analisi e colma il divario fra sogno e realtà. Nella vita di tutti i giorni fa il medico e ama la comicità. In realtà aspirava al contrario ma si è confusa.

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Barbara Civitelli

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