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Syndrome consiglia: Downton Abbey

Siamo a primavera inoltrata, fuori c’è il sole ma che importa? 

Tanto siamo chiusi in casa e lo saremo anche nella fase 2, perché non ci abbiamo capito nulla di che cosa sia la fase 2, tolto il fatto che rivedremo spesso la suocera. Per metabolizzare questa cruda realtà possiamo piangere, bere vodka e urlare dal balcone, oppure possiamo piangere e bere vodka davanti a una bellissima serie tv, magari drammatica, magari in costume come Downton Abbey. Ambientata tra il 1912 e il 1927, Downton Abbey ci porta in un gigantesco, sfarzoso, castello della campagna inglese, dove vivono serviti e riveriti il conte e la contessa di Grantham con le loro spocchiosette figlie Mary, Edith e Sybil. Contemporaneamente sono narrate le vicende dei numerosi domestici che vivono al piano di sotto, Downstairs, in un intreccio perfetto di intrighi, scandali e passioni amorose da far impallidire tutte le stagioni di Beautiful. 

Ma c’è tanto altro. La grandezza di Downton Abbey sta nella caratterizzazione dei personaggi, nell’ambientazione storica affascinante, nei dialoghi ironici tipici del miglior umorismo inglese e nei magnifici costumi, che vi faranno letteralmente vergognare della vostra, seppure affezionata, tuta da quarantena. 

E poi la suocera vi sembrerà un agnellino dopo che avrete conosciuto Lady Violet (Maggie Smith), l’invincibile contessa madre, divertente, arguta, incontestabile. Senza dubbio il personaggio più amato della serie. Imparerete a memoria le sue battute e pur di pronunciarle le userete a casaccio, fuori contesto, come delle pazze squinternate.   

Inoltre, come ogni serie che si rispetti, anche Downton Abbey ha la sua Joey Potter (Dawson’s Creek): ovvero personaggio femminile odioso e insopportabile di cui tutti gli uomini si innamorano. L’algida, impassibile Lady Mary Crawley, figlia primogenita e prediletta, empatica come un sasso e simpatica come un pugno in un occhio. La odierete liberamente, adesso che non potete più inveire contro i runner e su chi porta a spasso il cane, per sfogare la vostra indole gelosa e pettegola. A scopo terapeutico, s’intende. 

I Crawley diventeranno i vostri nuovi amici (immaginari) e potrete vederli comodamente dal divano di casa, senza il pericolo di beccarvi una multa, una denuncia o una pubblica gogna.  

Simona Russo

Napoletana trapiantata a Roma, cinica romantica e mamma cinefila. Due bimbi al seguito mentre il cane tira al guinzaglio. La nostra casa sulla ferrovia e tanto sonno perso, un po' per i treni, un po' per i pupi, un po' perché così è la vita.

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Simona Russo

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