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Syndrome consiglia: The Handmaid’s Tale

Su Prime Video va in onda la prima stagione di The Handmaid’s Tale tratto dal romanzo distopico della scrittrice canadese Margaret Atwood.

Scritto nel 1985 “Il Racconto dell’Ancella”, che già solo il titolo fa venire i brividi, ci porta in un presente dove alle donne sono state tolte tutte le libertà individuali nel nome di una nuova società basata sulla distorsione dei valori della famiglia tradizionale.
La Costituzione viene abrogata e sostituita dalla Bibbia e chi non si adegua viene ucciso ma, se è femmina va pure peggio perché le donne vengono condannate alla redenzione. Redenzione, ossia il concetto religioso di riscatto da una condizione di infelicità e peccato atta alla conquista di una salvezza superiore. Personalmente considero i miei peccati fonte di grande felicità, anzi a sguazzarci pure un po’ siamo in tante, ma sarebbe bene che noi signore ci svegliassimo che questa serie rischia di essere lo spoiler di quello che potrebbe accadere se non apriamo gli occhi.

Prima di preparare i pop corn e piazzarvi davanti alla tv, vi invito a leggere qualche dato.
Parliamo di soldi che si dice che insieme alla figa governino il mondo.
La seconda ce l’abbiamo di default, ma i soldi quelli invece ce li dobbiamo guadagnare.
Nel 2019 il gender gap, ossia il divario di genere, delle retribuzioni tra lavoratori e lavoratrici nel pubblico impiego, era del 4,1% a nostro sfavore. Nel privato siamo messe malissimo con addirittura un -20%. Nella libera professione scansati proprio, che il gender pay gap è addirittura ad un -38%.
Le donne quindi, guadagnano meno a parità di ruolo e competenze.

Siamo ancora sicure di “essere sedute sulla nostra fortuna”?
Le cause parrebbero ancora essere culturali e sociali, a causa di una visione maschilista che continua a considerarci angeli del focolare, tenendoci lontane dalle poltrone del potere.
Su 179 paesi presi in considerazione da uno studio americano, l’Italia si piazza al 70° posto, ma coraggio perché il World Economy Forum stima tra soli 61 anni il tempo previsto per chiudere il divario di genere in Europa. Evviva!
I soldi non danno la felicità, che poi è lo slogan di chi i soldi li ha, ma la questione sui diritti che stiamo rischiando di perdere quella è una tragedia.

Mentre nella civilissima Francia nel 2020 si discute sui certificati di verginità, il parruccone Donald Trump sta tentando di sostituire alla Corte Suprema la compianta giudice progressista Ruth Bader Ginsburg, con una donna di “sani principi repubblicani” che poi significa con una stronza anti abortista e fanatica religiosa. Mentre scrivo il nostro ministro Speranza, affida ad un alto prelato la presidenza di una commissione etico scientifico in deroga alla laicità dello Stato. La Regione Piemonte a guida centro destra, invece tenta di bloccare la RU486 ossia la pillola abortiva che tanto dolore risparmierebbe a noi donne. Devo continuare?

Bella The Handmaid’s Tale e bello il romanzo della Atwood, occhio solo che i pop corn non vi vadano di traverso.

La Principessa Astronauta

Torinese, classe 1967 quelli della X Generation, quelli troppo impegnati a distruggere per impegnarsi a costruire. Negli anni ’80, sono stata la prima cantante donna di metal estremo in Italia, praticamente la quota rosa ero io. Ho sperimentato il sessismo e usato il sesso e qualche manata ben assestata, per combatterlo. Rossa come le fragole che sono zucchero, ma se sei allergico magari poi ci resti secco.

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