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E tu? Che calza sei?

La calza nella donna è un elemento importante. I maschi si sa, preferiscono le autoreggenti.
I motivi sono sostanzialmente due: il primo si basa su una questione di estetica (bordo di pizzo che fa molto meretrice, natiche al vento).
Il secondo è dovuto alla praticità: dopo che ci hanno impiegato 12/13 minuti a slacciare il reggiseno, sai quanto ci mettono a trovare l’elastico dei collant per sfilarteli? Da lì la deriva dell’erezione, di per sé meno costante nella durata dopo i cinquant’anni.
Diciamocela tutta: con l’autoreggente la donna è pronta all’uso e si fa meno fatica a scansare gli orpelli che fanno da impedimento, soprattutto se si tratta di sveltine.
Per le donne è mooolto diverso.
A parte il fatto che le autoreggenti, se non sei anoressica, ti strizzano la ciccia intorno all’elastico di pizzo e sembri una salsiccia fresca (non parliamo poi di quando si arrotolano verso il basso e fanno da laccio emostatico).
Vogliamo mettere il comfort dei collant che ti tengono al caldo la zona Cesarini? Le calze si indossano nel periodo invernale e la pancia esposta alla frescura implica un possibile cagotto, ma cosa vuoi che interessi all’uomo di questi dettagli?
L’unico vero problema dei collant rimane il ‘cavallo’. Se la calza è corta rispetto alla gamba, si percepisce quella fastidiosa sensazione di disagio che ci porta a piegarci tipo ranocchie per farla aderire meglio o comunque a compiere gesti poco consoni alla femminilità.
Il rimedio ci sarebbe, che è quello di acquistare una taglia superiore, ma si rischia che largheggi il girovita e risiamo daccapo con la braga che scende.
Io la soluzione l’ho ben chiara, anzi, per dirla meglio ne avrei due.
La prima rallegrerebbe più i maschi che le femmine, ed è quella di lasciare le gambe nude, indossando un paio di stivali col calzino di lana, ma l’arto soffre il freddo e si rischia la paresi muscolare o l’effetto “pelle d’oca” corredata da capillari rotti.
La seconda uccide la libido degli uomini (ma CHISSENEFREGA, se mi vuoi devi lottare contro i mulini a vento) e prende il nome di pantalone-col-gambaletto. Il calzettone di nylon, specie se color carne, è lo spauracchio del sesso, soprattutto perché rimanda alla visione delle suore (quelle brutte e baffute).
Ho ragionato a lungo sulla questione “calze corte, lunghe, di pizzo, di lana, colorate” e la mia disamina mi conduce inevitabilmente ad una semplice conclusione, traducibile nell’unica esclamazione possibile: FANCULO LE CALZE, VADO A VIVERE AI CARAIBI.
Lucilla Masini

Lucilla Masini, nata a Lucca di cuore toscano, donna mancata, medico mancato, arredatrice forzata, umorista per vocazione.

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Lucilla Masini

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