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Salvini, ti racconto Liliana Segre

Liliana Segre nasce a Milano da una famiglia ebraica, la madre morì quando nemmeno aveva un anno.

Venne espulsa da scuola dopo le leggi razziali fasciste del ‘38 (magari qualcuno di voi penserà “che culo, che non va più a scuola”, aveva 8 anni però, almeno le tabelline lasciategliele imparare).

Venne nascosta dal padre presso degli amici, dopo l’intensificazione della persecuzione degli ebrei; provó a fuggire ma venne arrestata e detenuta per 40 giorni a San Vittore (provate ad arrivarci, da soli, vi arrestano perché magari siete di Giambellino e a qualcuno di Isola non va giù la cosa).

All’età di 14 anni Liliana Segre viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, e separata dal padre (noi a 14 anni scoprivamo le prime pugnette o il Cristal Ball). I suoi nonni vengono uccisi nello stesso campo, lo stesso anno.

Le tatuano il numero di matricola 75190 sull’avambraccio (intervistata di recente ha asserito preferisse un tribale, ma già era gratis, non è che può pure avere richieste).

Fu messa ai lavori forzati e nel 1945 dopo l’evacuazione dal campo, affronto la “marcia della morte” verso la Germania.

Fu liberata il 1 maggio del ‘45.

Dei 776 bambini italiani deportati, Liliana fu tra i 25 a salvarsi, venticinque (e vabbè che culo però, piove sul bagnato dopo il tatoo aggratis).

Nel 2008 riceve una laurea Honoris Causa in Giurisprudenza e nel 2010 in Scienze Pedagogiche. (Mentre chi la insulta/minaccia lo fa con “ti vegniamo a prendere”).

Ora, Matteo, tu che dichiari a domanda diretta:

“Cosa pensa delle minacce alla Segre?”

Minacce gravissime come quelle che ricevo io ogni giorno”.

Eh no Matteo, non è la stessa cosa, non puoi paragonare le cose bello de zio, sta pora donna dopo l’infanzia in Polonia ai lavori forzati; nel 2019 si ritrova ad essere minacciata e ad aver paura per la sua vita, perché esiste chi ancora discrimina per le origini.

Tu a 13 anni andavi a fare Doppio Slalom con Mike Bongiorno. Con quel maglione Rosso che Enzo Miccio ancora non ci dorme la notte. Cioè la capisci la differenza?

Quindi NO, Mattè, ricevere insulti e minacce perché sei di origine ebree, non è la stessa cosa di riceverle perché sei Cojone.

Profetoressa

"La felicità non esiste, di conseguenza non ci resta che essere felici senza". L'ha detta Jerry Lewis ma solo perché io avevo da fare.

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Profetoressa

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