Mio figlio adolescente torna a casa da scuola: bello, magro, alto, muscoloso, elegante, sedicenne. E con un “succhiotto” sul collo, inequivocabile.
Io ho i miei anni, ci vedo sempre meno ma, finché Santa Rita mi fa la grazia, un succhiotto bello grosso sul collo di mio figlio lo so ancora riconoscere. Due lividi rossi, anche un po’ incrostati, paralleli e arrotondati: il marchio di fabbrica di una perfetta vampira in piena tempesta ormonale.
La cosa in sé mi fa allegria e infatti, come una banale mamma-gallina qualunque, esclamo tutta euforica:
– “Cavolo che succhiotto, oh…”
Il figlio mi guarda stordito e replica:
“Ma no, che succhiotto…è stato un mio amico che mi ha graffiato”.
Ah. Ok.
Dimmi che amici frequenti, tesoro.
Vai a scuola con una Drag Queen con le unghie ricostruite in Plutonio arroventato? Un trans che ti saluta artigliandoti il collo con una precisione chirurgica? Tra voi ragazzi, a nostra insaputa, è partita la moda di salutarsi grattugiandosi il collo a sangue?
No, dimmelo.
Io ero rimasta al “Ciao, zio! Batti il cinque”, non certo a queste pratiche sadomaso. E a dirla tutta, secondo me, figliolo, fai più bella figura a dire che è un normalissimo succhiotto.
Non per niente. Ma io, in qualità di tua madre ufficiale e unica, ho pure pensato il peggio, tipo che quei due lividi rossastri sulla giugulare fossero una delle tappe intermedie di qualche gioco perverso tipo Blue Whale, per intenderci.
“Giorno 22: fatti due lividi sanguinanti sul collo e poi disegnati una balena blu con il taglierino dentro l’orecchio”
Più o meno una roba così. Insomma, morale della favola: sono tempi difficili per noi mamme con figli adolescenti.
Non si sa proprio più che pesci pigliare. E ci mancava solo la balena. Comunque oggi il figliolo è tornato a casa da scuola e quei due lividi sul collo, ormai, non si notano più. Possiamo rilassarci. Torniamo con i piedi per terra, alle ultime pesantissime settimane tre verifiche e interrogazioni, quelle che decidono le sorti dell’intera estate famigliare. Fino a Settembre, gli unici cetacei che mi auguro di incontrare sono i delfini di un acquario qualunque.

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