Succede una mattina qualunque.
Ti svegli tardi, tutta sudata, non hai ancora infilato le lenti a contatto ma butti l’occhio sulla tua posta FB.
E lì, ti accorgi di un messaggio privato da parte di un tizio che hai da poco accettato tra gli amici scambiandolo per un umorista/ cabarettista. Il messaggio è l’invito a entrare in un sito di incontri con gigolo di ogni razza e nazionalità.
Si chiama “Gigolò a cinque stelle”.
Ora, tu ti ritrovi il cervello allenato (e forse rovinato) da anni di battute satiriche, quindi la cosa ti fa ovviamente molto ridere.
Prima di tutto, per quell’obbrobrio grammaticale, quell’accento su “gigolò”, che proprio non si può vedere.
In secondo luogo perché ti immagini Beppe Grillo cosa non farebbe a questi ragazzotti “a 5 stelle”.
Ovviamente nel sito c’è anche lui, il mio amico, che si presenta con un terribile selfie con flash sparato sulla specchiera del bagno, asciugamano inguinale, occhiaie peste, bianco e smorto come un merluzzo Findus e altrettanto invitante.
Almeno per me.

Ho qualche annetto in più ma penso: “Questo qui i soldi li deve dare a me, anche solo per uscire a cena! Non c’è dubbio. Come minimo!”.
La sua stringata presentazione, di fianco alla foto, è corredata da numero di cellulare e alcune frasi mitiche.
1) sono un “Ragazzo del sud”.
Grazie, caro. Ma sei molto vago, considerando che si è sempre il sud di qualcun altro
2) Lingua parlata: italiano. (E, temo, molto molto poco).
3) poi c’è la frase per l’acchiappo sicuro, quella che funziona con tutte le donne dai 18 ai 98 anni:
“Per me il bacio è tutto!”

Ora, dopo essermi ripresa dalle convulsioni, mi chiedo seriamente: possibile che esistano ancora e davvero questi gigoló, figure rese mitologiche da Richard Gere almeno trent’anni fa?

Nell’epoca delle chat, dove puoi rimorchiare online camionate di donne di ogni tipo, dalla teen alla tardona passando attraverso ogni possibile declinazione del verbo “trombare”, che senso ha qualificarsi come gigoló?

Se te la giochi bene, due frasi carine, qualche complimento ben piazzato, un po’ di racconti strappalacrime, puoi facilmente arrivare al nostro portafoglio lasciandoci anche credere ad un minimo di poesia. O no?