Oh, era un bel po’ che non mi capitava un attacco d’ansia. Panico in metropolitana, mentre andavo a un appuntamento a cui non sono mai arrivata.

Tutto è iniziato con una sensazione di vago stordimento, che ho ignorato pensando fosse solo un malessere passeggero. Poi, sono arrivati girarmento di testa, nausea, fame d’aria.Proseguimento: battito cardiaco accelerato, cardiopatia, angina pectoris, aritimia, miocardite, scompenso, soffocamento, attacco cardiaco vero e proprio, arresto e morte.Insomma, stavo per morire in una carrozza stracolma di gente. Ma non di gente pacifica e inoffensiva: predatori. Che aspettavano che io morissi per rubarmi la borsetta, prendere il mio biglietto con tariffa extraurbana, usare il mio tablet, palparmi le tette e attaccarmi i pidocchi.”Forse WhatsAppare con mio marito mi potrebbe calmare”, ho pensato.Io: “Amore, ho una coronaropatia, con disfunzione delle valvole cardiache, forse congenita, forse una miocardite, insomma uno scompenso cardiaco…”.
Lui: “Ma dove sei?!”.Io: “In metropolitana”.
Lui: “Scusa, non ho capito. Spiega meglio…”.Io: “Sono circondata da gente che vuole uccidermi, mi guardano tutti, e puzzano, qualcuno avrà i pidocchi e uno è un terrorista e farà esplodere una bimba!!!”.

Pausa.

Io: “Una bomba!”. Fanculo al T9.Lui: “Scendi dalla metropolitana, dimmi dove sei che ti vengo a prendere”.
Io: “Sono scesa. Mi sembra che adesso sono guarita… Grazie amore, a dopo!”.Squilla il telefono, è lui.“Quindi, ricapitolando: hai avuto un infarto, hai preso i pidocchi, hai evitato un terrorista che voleva fare esplodere una bimba, adesso sei scesa dalla metropolitana e sei guarita…”.”Amore, era talmente piena che mi mancava l’aria, mi sentivo soffocare, poi le palpitazioni ed è mancato poco all’infarto: se fossi morta, sarei rimasta in piedi sorretta dalla presenza degli altri viaggiatori”.”No, ma ci credo… Sai a quanti succede? Poi subentra il rigor mortis e restano in piedi da soli anche se gli altri scendono…”.”Amore, giuro! La calca era tale che, pure deceduta, sarei arrivata alle scale mobili sorretta dalla folla in uscita. Poi, sarei caduta a terra, senza vita, senza borsa, senza orologio, senza telefonino, senza documenti e con i pidocchi”.Maledetti attacchi di panico, che fine ingloriosa…