Si parla di mansplaining quando un uomo sente l’irrefrenabile necessità di spiegare a una donna qualcosa di cui, la suddetta donna, è già perfettamente e abbondantemente  a conoscenza. Questo per una qualche convinzione di superiorità, derivata da non si sa cosa. Forse dal fatto di avere un pene. La butto li.

Il mansplaining si esplicita nella maggior parte dei casi sul posto di lavoro. Qui colleghi maschi sentono il dovere morale di spiegare cose alle colleghe femmine, anche se queste spiegazioni non sono state richieste e non sono necessarie, magari proprio perché tra i due chi conosce meglio l’argomento non è l’uomo. Danno indicazioni, suggeriscono strategie, sussurrano, si impegnano eh e di questo tanto di cappello, forse perché ci immaginano troppo prese nell’ardua scelta tra il mascara incurvante o allungante, il rossetto mat oppure shimmer. Ovviamente prese da tutti questi pensieri, come sarebbe anche solo possibile svolgere correttamente il proprio lavoro? Su ragazze, non ci stanno denigrando, ci stanno aiutando. Lo fanno per noi, così da lasciarci più tempo per scegliere il giusto tono di blush.

Il mansplaining non si manifesta solo nell’ambito lavorativo. Si presenta ogni giorno anche in ambienti totalmente diversi. Ad esempio quando si parla di sport e il maschio sente il dovere di spiegare alla femmina il fuorigioco, anche se lei è titolare nella nazionale di calcio femminile e lui un cinquantenne sovrappeso che come massimo traguardo agonistico ha il cambio di canale sul maxischermo.

Al mansplaining si assiste anche quando uomini di qualsiasi età, estrazione culturale e professione, spiegano alle donne come gestire la propria sessualità. Qualcuno in questi giorni ha detto che se le donne ricorrono troppo spesso all’interruzione volontaria della gravidanza, è perché hanno stili di vita incivili. Ho sbagliato tutto in questi miei 37 anni. Io che ho sempre creduto che per rimanere incinta servisse un uomo, un pene, uno spermatozoo entrato in cottatto con un ovulo. Mannaggia. Evidentemente ero troppo impegnata a scegliere l’ombretto, eppure davvero credevo che una donna rimanesse incinta dopo un rapporto sessuale con un uomo. Evidentemente oggi mi è stato svelato l’arcano, l’uomo non c’entra nulla, è tutta colpa della donna e dei suoi comportamenti incivili. È lei. Solo lei la responsabile. Dopotutto mica è l’uomo che va ad abortire.

Per fortuna che me l’hanno spiegato. Ora posso tornare in profumeria.