Fino a poco tempo fa credevo di essere la persona più facilmente esposta ad ogni tipo di fobia.
Perché francamente ne ho un’intera collezione.
1. Dei fulmini – banalissima
2. Del phon da capelli che ti fulmina – meno banale
3. Delle lische di pesce – molto castrante in estate, al mare
4. Di morire soffocata sotto le coperte – molto castrante se sei in un hotel in Alto Adige e il piumone è di pura piuma d’oca
5. Delle auto elettriche – che sono, cazzo, troppo silenziose, ti vengono addosso e non le senti arrivare
6. Del venerdì 13 e dei gatti neri – molto cheap and go.

Ma non credevo che al mondo ci fossero persone affette dalla PAURA di ESSERE OSSERVATE da una PAPERA.
Una papera. Uccello.
Bipede, palmato, innocuo, tranquillo e per niente evocativo.
Nessuna religione o cultura antica ha mai annoverato la papera tra gli animali sacri o dotati di poteri soprannaturali.
Nessuno studio scientifico ha mai collegato la papera a particolari funzioni del nostro cervello.
Eppure, sappiate che al mondo esiste una schiera di persone affette da Anatidaephobia: la paura che da qualche parte, in qualche modo, un’anatra ti stia guardando.
Cioè, ti guarda e basta, con il suo becco rigido e i suoi occhietti annacquati e tu ti caghi addosso, ti paralizzi, non riesci più a muoverti, a vivere, a lavorare.
Un parto della fantasia, che spero solo non diventi “virale”, tipo la Blue Whale. Sennó sono guai seri.

All’INPS hanno già fatto sapere che l’assenza per malattia attribuita a stress da “papera-che-mi-guarda” non verrà retribuita. E se un bravo psichiatra vi prendesse mai in cura per questa fobia, sappiate che lo farebbe giusto per spennare voi…non la papera.

Detto questo, l’unico uccello che mi ha sempre inquietato è il gufo, per via della testa che ruota di 360 gradi come quella della bambina del film l’Esorcista (1973)
Un capolavoro dell’horror, impareggiabile. Preceduto di cinque anni da “La notte dei morti viventi”, del mitico regista George Romero, morto a sua volta due giorni fa.
Chissà se nell’aldilà ci sarà anche per lui una papera infernale che lo guarda.

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