Stamattina sono andata al supermercato, qui vicino sotto casa.
E’ un supermercato piccolino, di quelli di quartiere, tutti sono simpatici, i bimbi vanno di corsia in corsia perchè tutti li conoscono.
Quei supermercati carissimi, dove compri giusto l’etto di prosciutto, lo yogurt per la colazione e il bricco di latte quando realizzi che per il giorno dopo sei a secco.

In estate il direttore ha una fissa strana, tenere spenti i condizionatori, quindi li dentro letteralmente si crepa.

Al banco gastronomia tengono freschi i salumi (e la commessa) con un ventilatore, al banco carne uguale. Tra le corsie non si respira, chi ci lavora è a pezzi.

Arrivo a pagare la mia mozzarella, anche perché altro col cavolo che lo compro con questo caldo, le vecchiette si lamentano, i cassieri si lamentano, io mi faccio avanti, c’è il direttore, vado e gli parlo.
A raffica dietro di me tutti i vecchietti.
Ci ride in faccia. Gli diciamo che è troppo caldo, continua a ridere rispondendo “è estate”, gli diciamo che alla gastronomia con questo caldo è pericoloso, ci risponde: mangiate altro.

Io a 37 anni oggi mi sono dovuta scontrare con un imbecille di questo tipo e ho il nervoso ancora adesso.

Poi penso a Carola, 31 anni, a quello che sta facendo, ai pirla con cui deve avere a che fare, a chi la chiama sbruffoncella, a chi le augura di essere impalata con un tubo di metallo e mi sento piccola così davanti a questa ragazza.

Forza Carola, che di pirla è pieno il mondo, di uomini che si gonfiano il petto e i genitali appena prendono un minimo di potere, qualsiasi esso sia.

Per fortuna però ci sono persone come te.

Restiamo umani.
Tutti.