Nonostante i dolori, ogni tanto provo.
Tanto, nel soffitto di casa c’ho certi buchi che piove dentro quindi è uguale.
Quindi ogni tanto mi decido ed esco.
Ho la testa molto, molto dura. Per fortuna.
Abitando in aperta campagna, mi copro un po’.
Tipo due 3 berretti imbottiti, 6 maglioni, 3 piumini (gli altri sono in tintoria), 4 paia di pantaloni, 2 calze, stivaloni al ginocchio, guantini, mezzo guanti, guantoni da boxe. E un ombrello.
Respirone profondo.
Ed esco.
***
Il cielo è grigio. Minaccia pioggia? Si apre?
Mi fa male tutto ma cammino.
10 metri. 100 metri. Mezzo chilometro di sterrato pieno di buche, crateri, detriti.
Beh, dai, non va così mal..
Bum! Male della madonna. E infatti, è Lei che nomino subito.
La spalla, sempre la spalla. Non guarirà mai, porco di quel Åån壱≠Ý.
E quel coglione del dottore: “Tenga al caldo e usi l’arnica”.
L’arnica? Ma è come svuotare il mare con un colino. Sai che ci fai con l’arnica, brutto str-
Bum! Spalla e piede.
Mamma che male! Me lo diceva mamma: “Sei una capocciona! Se esci te l’attiri!”
Bu-bum! Cervicale, braccio e spalla. E piede. E l’altro piede.
Fortuna che almeno il ginocchio non-
Bum!
Ginocchio.
Ti pareva.
Basta. Grazie a tutti, esperimento concluso, torno a casa.
***
Torno a casa e accendo il fuoco. Ho 30 anni ma sembro ‘na vecchia.
Almeno a casa c’è il camino, ampio, solido, tutta pietra, pure sopra.
Faccio mezzo chilometro che zoppico, spalla mezza scardinata, piedi che strascicano.
Walking Dead mi fa ‘na pippa.
Intanto, si apre. Un raggio di sole!
Cambia qualcosa? No. È pure peggio.
Bu. Bu-bum. Buuum!
Maronn’ che tranvata alla cervicale.
Aveva ragione mamma, sono scema, me le attiro.
Apro la porta di casa, vado al camino, mi butto in poltrona, sudata come una trota e piena di lividi.
Sapete, sono meteoropatica.
Ma nel vero senso della parola.
Non attiro i “dolori articolari dovuti al brutto tempo”.
Attiro le meteore.
Ma adesso sono al riparo, sfilo lo stivalone, allungo la gamba.
E centro il tavolino di mogano col mignolo.