Fare La Comparsa o figurante è un’esperienza capitata agli albori della carriera del 90 per cento degli attori.

Nessuno dà mai la giusta importanza a quegli esserini dietro i protagonisti principali; eppure dovrebbe esistere l’oscar alla miglior Figurazione e ora vi spiego perché.

Innanzitutto le Comparse sono le prime a dover esser presenti sul set, ciò vuol dire svegliarsi all’alba.

Una volta sono uscita talmente presto da casa che era ancora notte.

Tant’è che al primo semaforo una volante mi ha fermata per l’alcol test: ho impiegato mezz’ora a spiegare che il mio alito non era da cocktail tropicale ma da collutorio misto latte.

La tragedia più grande della comparsa è che spesso il personaggio che interpreterai lo scopri solo una volta entrata in costumeria, quando la sarta è lì che ti aspetta con una tutina bianca poiché sarai lo spermatozoo della pubblicità dei Durex...

Tu sei tranquilla perché pensi che sarete in tanti in quella condizione invece… È proprio quello il giorno in cui il regista, che ti ha conosciuto dopo mille provini per i suoi film e in cui ti ha regolarmente scartato come attrice principale, decide che sarai ”finalmente” il volto da inquadrare, lo spermatozoo che conquisterà la meta, ovvero una modella strafica che purtroppo verrà limonata da un modello brasiliano mentre tu, povero spermatozoo, farai finta di correre in mezzo a tessuti rosa sperando siano le tube e non incontrare dei denti…

Quando sei un figurante che interpreta una persona normale, e sei nell’inquadratura dietro gli attori principali, ti può capitare di far finta di essere una fidanzatina e di dover baciare il tuo finto ragazzo con l’alitosi per ore.

Se la scena è in un ristorante potrai bere ettolitri di tè al posto del finto vino fino a tornare a casa ubriaco di zuccheri e drogato di edulcoranti. 

La cosa peggiore è quando ti dicono di camminare dietro gli attori obbligandoti a camminare scalza per non sovrastare la voce dei protagonisti.

Il guaio è se la scena si gira in pieno centro a Roma, sotto un sole di mezzogiorno d’estate, su sampietrini roventi: l’asfalto brucia talmente tanto che l’unico modo per camminare è sulle unghie effetto procione…  

Da ballerina mi è capito di ballare come figurazione speciale per giorni per una singola scena.

Ricordo ancora la mia primissima esperienza da comparsa in ‘Manuale d’amore’ vicino al grande Carlo Verdone.

Quando uscì il film non vidi l’ora di andare al cinema per rivedere il mio volto anche per un secondo in quella scena… Mi riconobbi molto

bene, sono sicura: quel COMPARSAculo era il mio…

Almeno credo.