Il body è un indumento intimo femminile tuttoinuno, che sembra un costume da bagno e che si porta sotto i vestiti al posto di mutande reggiseno e maglietta della salute.

Per capire se una donna indossa un body senza spogliarla, basta osservarla per un po’.

Se la vedrete sobbalzare all’improvviso, diventare rossa in faccia e cercare di coprire quella che è una smorfia di dolore con un sorrisetto di circostanza, se la vedrete muoversi sulla sedia come un orso che si gratta la schiena contro un albero o sparire verso il più vicino bagno nonostante non beva da almeno 12 ore, bingo, avete trovato una donna che indossa un body.

Il body per permettere di espletare le funzioni corporali senza spogliarsi completamente, sotto si apre. E la chiusura può essere di due tipi: bottoni automatici o gancetti.

Indossando il body, la parte della cosiddetta patelletta che sta proprio in corrispondenza diciamolo, della figa, non rimane bella piatta e stirata, ma si arriccia, andando a seguire la naturale conformazione del cavallo.

Quando si cammina e si indossa il body ormai da qualche ora, la patelletta del cavallo assomiglia più al costume di un lottatore di sumo che a una mutanda e questo fa sì che i gancetti o gli automatici, invece di starsene fuori dove sarebbero innocui, si trovano a contatto con le mucose genitali.

Basta un movimento perché i sadici gancetti invece di fare presa solo sul tessuto, arpionino invece un mansueto grande labbro o che gli automatici mettano in mezzo un pacifico clitoride.

Spostando la chiusura tre centimetri in avanti questo massacro potrebbe essere evitato.

Qual è il piano dietro tutto questo? Chi è l’oscuro e sadico burattinaio che fa perseverare questo attacco alla parte più delicata delle donne? Chi li disegna i body? Stilisti maschi eterosessuali misogini o stilisti maschi omosessuali che poco se ne intendono di vagine?