Ci si ritrova così, in un giorno di quasi primavera, a stupirsi per L’evento mondiale:
#ClimateStrike e #FridaysforFuture, il movimento di questa stupefacente NewGeneration che spinge la popolazione mondiale (!!) a scioperare contro il cambiamento climatico.

E mi ritrovo così, “nel mezzo del cammin della mia vita”, a pensare che fra le infinite nozioni che la scuola mi ha lasciato ce n’è una fra tutte che è legge primaria e chiave di lettura del mondo:
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.” (Charles Robert Darwin).
Ma tu guarda che piacione ‘sto Darwin!
E’ un piacione, si!, perchè mi conquista totalmente questa idea per cui l’evoluzione non è dei più forti, nè dei più intelligenti: prendiamocela “nella giacca”, stolti!

L’evoluzione appartiene a lei, Greta: un adolescente di 16 anni, colpita dalla sindrome di Asperger all’età di 11.
Una bambina  “diversa”  ha portato in piazza studenti di 150 Paesi.
Una lotta sociale e politica che usa come simbolo e bandiera un semplice hashtag ‘#’, come strumento l’intero mondo dei social e come paladina una ragazzina autistica:
oh! finalmente la Rivoluzione!

Ma ve lo immaginate adesso quel poveretto di Trump?
Lui, che ha identificato il male assoluto nella Cina, colpevole di aver architettato la ‘bufala’ del cambiamento climatico,
lui, che ha definito programmi politici le dichiarazioni degli scienziati sul clima solo perchè, di fatto, contro la sua politica,
lui, che ha avuto l’arroganza di ‘fare il verso’ ad un giornalista disabile, mimando con le mani le difficoltà motorie della malattia:
“Pronto Donald? Senti, ce ne sta un’altra, si, questa è con la sindrome di Asperger.
No, quell’altro era un giornalista che non muoveva bene le mani e tutte la articolazioni.
Questa invece è una ragazzina, si, ragazzina…., autistica…
Disabile pure questa, si, talmente disabile da riuscire ad organizzare una dimostrazione di piazza mondiale contro il cambiamento climatico, si quello che si sono inventati i cinesi (la gente un po’ c’ha creduto, si).

E’ pericolosa, si, perché è rimasta seduta, immobile, ferma, zitta, dinanzi al parlamento svedese per tutto l’orario scolastico, con lo slogan “sciopero della scuola per il clima”.
Dici se l’hanno ascoltata? No, no… di più ! E’ diventata credibile, si. Ha smosso e scosso il mondo.
E’ così che in una società malata da egoismi di vario genere, una “mente disturbata” è quella che si mostra “più reattiva ai cambiamenti”;
una “mente disturbata” è più efficace di tutti i politici e delle loro inconcludenti azioni e la sua personale lotta è talmente credibile da trascinare le masse in piazza a ribellarsi.

Scusate, ma adesso capita anche a voi di non capirci più niente, si? Capita anche a voi di pensare che forse i “sani” non siamo noi?
Noi contestatori da salotto, col fondoschiena sul divano, indignati sul web il tempo dei 30 secondi della condivisione di un post, con una intelligenza capace di comprendere che insieme al pianeta stiamo distruggendo l’umanità ma con una volontà che si adegua a questa scelta malata , senza fare nulla.
Ed ecco il paradosso: noi sani ci adattiamo a una società malata e, per questo,
mostriamo soltanto di non avere una buona salute mentale.
Eppure abbiamo anche la sfrontatezza di rendere “diverso” chi alle logiche perverse e malate non si assoggetta.
Ma questa volta, con la forza di un hashtag il mondo si mobilita e scende in piazza.
Il volto di Greta inonda e martella il web, con la forza della lotta non violenta del Mahatma Gandhi.
C’è chi ha detto che quel volto assomiglia ad una protagonista di un film horror ma sono i rischi della esposizione mediatica: ingravidare costantemente la madre dei cretini.

Ci sono poi i disfattisti, quelli che con la stessa forza di argomentazione scientifica
per cui la terra è piatta e le scie chimiche sono avvelenamenti, lanciano la loro scure su questo fresco germoglio
di nuova pianta e lanciano il sospetto che dietro le azioni di Greta ci siano organizzazioni con precise
strumentalizzazioni politiche.
E cosa pensate che vi rispondiamo noi, infaticabili seguaci e ammiratori della Dott.essa Grazia Arcazzo ?!?!
Che la bontà di una azione genuina e sincera si riconosce dai frutti e questo germoglio ha dato frutti succulenti.
Commercializzate e sfruttate questi nuovi frutti, noi guardiamo a questo nuovo albero.

E questo nuovo albero mi ricorda qualcosa.

Tu, Greta, tu mi ricordi Forrest Gump, quell’uomo che nella sua totale diversità,
con uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma, grazie a una serie di coincidenze favorevoli diventa il diretto testimone di importanti avvenimenti della storia statunitense.
Ma no sbaglio, tu, Greta, sei di più di Forrest, tu del cambiamento non sei spettatrice, tu il cambiamento lo stai facendo e lo stai stimolando trascinando le masse.
Del resto il mondo lo hanno sempre cambiato i folli, i ridicoli, le streghe e gli eretici,
e tu sei autistica, “diversa” come Forrest. Tu sei Forrest, quello della vita reale.
Per questa volta la realtà ha preso spunto dalla finzione cinematografica perchè aveva ragione quel folle di Oscar Wilde:
“La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita”.
E tu corri, Greta, corri!