Prendi una donna (la donna deve essere bella, giovane, giovanissima, con una taglia d’abito preferibilmente minore della 40 e una taglia di seno preferibilmente superiore alla 3^ non importa se vera o sintetica. Se è alta è meglio se è bionda è ancor meglio, se viene dai paesi dell’Est o ha un che di esotico va meglissimo. Il resto lo sistemiamo con Photoshop).

Dille che diventerà famosa (non dirlo chiaramente, insinualo, fai promesse a lunga gettata, descrivi vite favolose, cita Kate Moss – sempre che Kate Moss abbia detto qualcosa di citabile – parla di boulevard e Hollywood, di televisione e Maria De Filippi, di moda e Dolce & Gabbana. Cita Belen Rodriguez di continuo. Menziona il Festival di San Remo di tanto in tanto. Menti: spudoratamente. Ripeti che è bellissima. Provaci. Falle firmare il contratto. Passa alla prossima).

Lascia che ti aspetti per mesi (sparisci, non rispondere alle sue chiamate, tieniti sul vago. Dì che stai aspettando l’occasione giusta per lei, quella che le farà fare il botto nello star business e un paio di bottarelle a te. Lasciala soffriggere per bene).

Non farti vivo e quando la chiami (vedi sopra) fallo come se fosse un favore.

E allora sì, vedrai che accetterà (qualsiasi cosa: accarezzare materassi in sottoveste, dimagrire ancora un paio di chili – le tette no, però! – cavalcare una moto che non saprebbe mai guidare in tutina di pallettes, fare un calendario: nuda. Parla di nudo artistico, di chiaroscuri, della bellezza del corpo femminile, della perfezione anatomica. Ripeti che è bellissima).

Accetterà persino di fare un calendario con una carpa in mano.

Sì, avete letto bene: non ho scritto scarpa, non ho scritto sciarpa, ho scritto proprio CARPA. Perché con una donna bella, giovane, giovanissima, con una taglia d’abito preferibilmente minore della 40 e una taglia di seno preferibilmente superiore alla 3^ non importa se vera o sintetica. Se è alta è meglio se è bionda è ancor meglio, se viene dai paesi dell’Est o ha un che di esotico va meglissimo, si riesce sempre a richiamare l’attenzione (quella maschile di certo), a vendere qualsiasi cosa, persino un calendario in cui avvenenti donne preferibilmente bionde, si arrapano guardando in camera con delle carpe in braccio. Le carpe in questione a occhio e croce, fuori dall’acqua stanno pure tirando gli ultimi.

Il calendario in questione si chiama pure “Carponizer”, con questa assonanza così di classe con la parola “carponi”.

Voglio pensare che queste giovani donne belle, giovani, giovanissime e bla- bla- cha- cha, siano felici di ciò fanno e ben pagate anche.

Questi corpi oggetto, bellissimi ma spersonalizzati, trasformati in cose e pagate un tanto al chilo, questo modo di vedere la donna sempre e solo come una bambola gonfiabile esposta come un quarto di manzo al macello, ci ha davvero rotto le palle.

Le carpe nude, invece, sono davvero bellissime. Sott’acqua, specialmente.

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