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femminismo

Il femminismo è morto.
Anzi no.
Il femminismo sta bene, benone.
Anzi no.
Il femminismo si guarda allo specchio e non ha una bella cera.
Il selfie forse lo fa domani.

Il femminismo, come lo conoscevo io da piccola, era quella cosa delle intellettuali alla Simone de Beauvouir.
Era nel libro di Erica Jong, che scriveva di sesso libero e di scopate senza cerniera.
Ma poi il romanticismo lo cercavamo tutte.

Il femminismo erano i reggiseni bruciati in piazza, le streghe che tornavano.
E io che mi sentivo un po’ streghetta, ma non capivo il perché.

Il femminismo è poi diventato una serie di luoghi comuni sul femminismo.

I peli sotto le ascelle sono femministi. Le ascelle depilate no.

E io, che sogno un mondo senza peli, almeno su di me?

Il femminismo è quella cosa che non puoi permetterti di scrivere niente contro altre donne, anche se queste donne non rappresentano i tuoi ideali, ma solo perché sono donne bisogna sostenerle. A prescindere.

E io, che quando vivevo in America non mi sentivo rappresentata da Sarah Palin? E neanche tanto da Hillary Clinton, visto che scelsi Obama?

Il femminismo è insegnare alle bambine che le Barbie rappresentano un modello di vita sbagliato, perché il loro corpo è innaturale (sono bambole), e rappresentano il consumismo più sfrenato. Come a dire: se sei cresciuta con le Barbie non puoi essere femminista.

E io, che ero l’unica bambina -tra le mie amiche- che non solo aveva la roulotte di Barbie, ma anche il cavallo bianco di Barbie, e anche e soprattutto la casa di Barbie, quella con l’ascensore nientedimeno?

(Però non avevo il Ken, e quindi dovevo attrezzarmi con due Barbie.
A una avevo tagliato i capelli cortissimi, le avevo girato la testa stile esorcista, così che la schiena fungesse da petto maschio, e le avevo disegnato con l’uniposca un completo giacca e cravatta verde (avevo quel colore).
Forse questo può deporre a mio favore?

Il femminismo è quella cosa che un uomo non deve regalarti un fiore, non deve offrirti la cena.

E io che sono in grado di capire la bellezza di questo gesti senza pensare a una cospirazione di genere? 

Eppure spesso mi sono sentita dire: “Avete voluto la parità? La cena te la paghi da sola”.
No, non c’entra la parità. Sei tu che sei un taccagno.
I luoghi comuni del femminismo.


Quello vero non si sa bene cosa sia. O forse sì. La liberazione della donna, ma non a discapito dell’uomo. La vera parità.

Il femminismo magari è davvero essere visti come esseri umani, non come appartenenti a un sesso, al sesso debole, al sesso rosa, con le brave quota rosa che se non assumi una data percentuale allora non sei femminista abbastanza.

Il femminismo io lo ricordo come l’ideale che avevo da adolescente, quando sognavo di essere Patti Smith.

Il femminismo io lo guardo allo specchio e allo specchio non sta poi così male come sembrava, anche se ha bisogno di una sistemata.
Il selfie, tanto, abbiamo detto che l’avremmo fatto domani.[:]