click baiting

Titolo di “Libero” di tre giorni fa: “Renzi e la Boschi SCOPANO”.
Side effects:
– Al nonno cade la dentiera nella tazza del caffelatte. Plof!
– A Suor Erminia prende uno svarione e la ricoverano.
– Al Bar Charlie parte il coro del “Te l’avevo detto io!”

Ma gente, cosa avete capito?

Renzi e la Boschi scopano, cioè spazzano, puliscono le strade della Capitale, non vanno a letto insieme.
Lui sta ancora con l’Agnese-va-a-morire e lei con l’uomo suo. Nessuna liason, coup de foudre, sesso e carnazza.
Niente di niente.

Se avete quindi speso un vostro sudato euro per acquistare una copia cartacea del quotidiano fondato e diretto da Vittorio Feltri potete sempre utilizzarla per farci un bel cappello da imbianchino.
Vi hanno fregato, lo fanno apposta.

Si chiama “click baiting” ed è la moda giornalara del momento: sparare titoli sempre più scandalosi per attirare l’attenzione del popolo bue, che ormai vanta la capacità di concentrazione di un criceto alle prese con la sua ruota. Quindi praticamente nulla.

Ma andiamo con ordine.

In principio fu “Il Giornale”, gloriosa testata fondata da Indro Montanelli poi deflagrata nel peggior berlusconismo durante il Ventennio-Bunga-bunga.

In seguito, “Libero” e la “Padania”, altre testate decisamente di parte, hanno affinato la tecnica.

Poi un disagio dilagante: da un paio di lustri a questa parte, i titoli dei quotidiani – da semplici “lanci” delle notizie – si sono trasformati in tanti Pokemon impazziti e sono diventati pugni nello stomaco, rivoltanti insulti agli avversari politici e, quando va bene, scemenze da terza elementare.

Roba che – al confronto -a noi aspiranti autori di satira converrebbe arrenderci, prendere su armi e bagagli e cercare un posto fisso da Mc Donald’s.

A volte il click baiting è involontario, legato a refusi o errori imperdonabili. Nel 2015 ci lasciava Nelson Mandela e Il Giornale uscì con il titolo “E’ morto il padre dell’Apartheid”.
La domanda è: chi avete promosso titolista? Un bradipo monocefalo?

Come dicevo, questa tecnica acchiappa-lettori funziona, fa volare le vendite dei quotidiani ed ha prodotto alcuni dei titoli più indecorosi che la storia del “giornalettismo” ricordi.

Solo a febbraio, sempre Libero, diretto da Feltri, ha pubblicato la foto della sindaca di Roma, Virginia Raggi, sotto al titolo “Patata bollente”. Lei ha querelato, ovviamente, ma Feltri non si è scomposto e ha ricordato che Libero era già uscito con un titolo identico sei anni fa, sopra la foto di Ruby, la “nipote di Mubarak”, tanto per intenderci.
Il quel caso, peró, caro Vittorio, la patata in questione era davvero e fuori di dubbio molto bollente: con o senza giochi di parole e doppisensi al seguito. Quindi ci azzeccava molto di più.