Non è stata la quarantena o la chiusura forzata ad ispirarmi: Outlander è di mio gradimento da sempre.

Una piacevole miscela tra storico, romantico e fantastico, Outlander ha il potere di tenere il tuo sedere incollato alla sedia o divano o anche in piedi: vi basterà vedere il protagonista e capirete.
Ho approfittato della clausura per far conoscere anche a mia madre questa serie, e credo che abbia compreso perché le mie aspettative sugli uomini siano così alte!

Ma, protagonista delizioso a parte, di cosa tratta Outlander?
Tutto comincia in Inghilterra, nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale: la nostra protagonista, l’infermiera Claire Randall, dopo aver prestato servizio, può finalmente gioire insieme al marito, lo storico Frank.
I due si “ricongiungono”, proprio come è successo alle coppie nel modernissimo 4 maggio del 2020, e partono per la loro seconda luna di miele in Scozia. Per essere più precisi, Claire vorrebbe trascorrere la luna di miele, mentre il marito vuole unire l’utile al dilettevole e la porta in giro per castelli, tombe, erbacce delle Highlands, e da un Reverendo con cui analizza l’albero genealogico dei propri antenati. Una palla mortale!

Fortuna che Claire sia una donna audace e gli ricorda che dovrebbero pur procreare, nonostante il cigolio del letto che rumoreggia per tutto l’albergo!
Una mattina Claire, per scrollarsi l’ennesimo, noioso incontro del marito con il Reverendo, preferisce raggiungere un luogo costituito da un cerchio di pietre per raccogliere delle erbe curative.
E qui accade tutto.
Claire, per puro caso, attraversa la pietra più grande e si trova catapultata nella Scozia del 1743, e subito scansa una pallottola, viene picchiata, rapita, ferita, quasi stuprata, e soprattutto non riesce a tornare indietro.

Quando si dice “un tuffo nel passato”.

Ma qui incontra il protagonista di cui vi parlavo prima: Jamie, il bel Jamie e, credetemi, vale la pena per lui rinunciare all’elettricità, all’acqua corrente, alle auto, al bidet (nel nostro caso, ovviamente), alle strade asfaltate. Jamie è bello, troppo bello, capelli rossi, fisicaccio da highlander, ha un’ingiusta taglia sulla testa, una schiena cicatrizzata da tante frustate, tormentato da un cattivo, e che cattivo!
L’antagonista in questione, il capitano Jack Randall, è un antenato di Frank, ed è interpretato dallo stesso attore, Tobias Menzies, che qualcuno avrà già visto nella serie del Trono di Spade dove, converrete con me, era proprio sfigato. Invece qui, oltre al povero Frank che, cavolo, non sa più dove cercare sua moglie scomparsa, interpreta una vera e propria carogna!
Comunque la storia ti travolge: si ride, si piange, si fa l’amore con i protagonisti, si soffre con loro (tanto) quando succede qualcosa di terribile. I colpi di scena sono dietro l’angolo, l’hashtag #maiunagioia c’è, ma non è esagerato.
Un difetto: prima o poi, Claire la si invidia. Cavolo se la si invidia! Perché io non ho trovato ancora il mio Jamie? Solo gli uomini del passato sono così?
Consiglio: in lingua originale si percepiscono gli accenti inglesi e scozzesi, il che lo rende più rude e realistico.
Consiglio super importante: non vedetelo mentre viaggiate in un mezzo pubblico. Il rischio di fare smorfie durante le scene di sesso è esagerato, qualcuno potrebbe vedervi!