Amica lettrice, se sei una runner agli inizi ma non vuoi sfigurare tra noi, vecchie glorie del marciapiede (noi runners, non le mignotte), questo articolo ti aiuterà a fare i primi passi nel meraviglioso mondo della corsa.

Cominciamo dai piedi.

Fai un corso base di inglese e impara a padroneggiare due termini salva vita: Left e Right. Fatto ciò, acquista dei calzini tecnici, quelli con rinforzi e cuciture atte a proteggere ogni centimetro del tuo piede da vesciche, duroni e unghie nere, ma fa attenzione a non confondere L e R (sinistra e destra) perché i calzini sono diversi a seconda del piede e ciò potrebbe avere esiti devastanti fino all’amputazione dell’arto. Indossati correttamente i preziosi presidi, non stupirti degli effetti collaterali: il collo è stretto e ciò favorisce una stabilità sulla caviglia a prescindere dall’altezza della scarpa, ma farà un delizioso effetto “laccio emostatico”, il piede assumerà un’espressione un po’ depressa e il polpaccio si gonfierà fiero come un’erezione di Siffredi.

 

I pantaloncini.

Non comprare il modello “Sara Simeoni” a meno che tu non sia Sara Simeoni o non abbia le coscette di una ragazzina di dodici anni normopeso. Se sei una donna con un fisico nella media, ricordati che le tue cosce non sopportano l’idea di allontanarsi troppo l’una dall’altra e tra un passo e il successivo hanno la stravagante abitudine di cercare un reciproco contatto fisico. Ciò non cambierà con il fitness, rassegnati, siamo fatte così: compra pantaloncini lunghi fino a metà coscia e tecnici, ovvero, che non si lascino sfibrare dalle continue effusioni delle tue gambe. Se opti per un pantaloncino meno costoso, uno da pilates ad esempio, noterai che dopo un imprecisato numero di chilometri si formerà uno strappo spazio temporale nel tessuto e all’interno cresceranno piaghe che neanche l’Egitto…

 

Le ascelle.

Durante la corsa dovrai preoccuparti che alcune parti del tuo corpo non vadano a fuoco: la testa, se scegli di provare l’emozione della corsa con comodo dopo il cornetto a mezzogiorno e le ascelle.

Lo sfregamento del braccio provoca il marchio inevitabile del neofita, la lettera scarlatta, il simbolo grazie al quale riceverai degli sguardi complici, di comprensione e bonaria ironia: le ustioni da sfregamento, piccole macchie rosse all’interno del braccio e appena sotto l’ascella. Per ovviare a questo fastidio, ti consiglio di guardare un po’ di cartoni anni ‘70, diciamo che Jeeg robot d’acciaio andrà benissimo perché è come lui che devi muoverti. Hai presente la corsa del gigante elettronico? Ecco amica mia, corri ragazza laggiù, corri tra lampi di blu con le braccia un po’ distanziate a ala di gallina, sentiti Jeeg, sii Jeeg!

 

Ricordati che la corsa non fa miracoli a livello estetico, ma quando sarai ricoverata dopo il primo chilometro a mezzogiorno, avrai delle meravigliose storie da raccontare al tuo uomo per dimostrargli che sei carina, sì, ma vuoi mettere quanto sei meravigliosamente autoironica?!