I parrucchieri si sentono di essere tutti “I santoni del pelo”. Sono certi che il terzo segreto di Fatima fosse tricologico e trasferito a uno di loro.

Avete notato che da qualsiasi parrucchiere tu vada, appena entri, dice sempre: “Ommiodio, dobbiamo assolutamente fare qualcosa a questi capelli…”?

Se è cinese dice: “上古漢語中古漢語”.
E significa “Tu deve fale qualcosa a pelucchia su tua testa”.

Lo so: sono quanto di più lontano esista dalla cliente modello. Quella che: “Ah, oggi passo tutto il pomeriggio a farmi coccolare dal coiffeur”.

Io quando devo andare dal parrucchiere, esco di casa e già sono incazzata!
“Ciao raga… Vado a buttare pomeriggio e 150 euro!”.

Il parrucchiere è la metafora della vita: tu pianifichi esattamente quel che vuoi diventare e lui fa il cazzo che vuole.

Una spuntatina per qualsiasi parrucchiere significa “Togli mezzo metro”. Se invece dici che vuoi un cambio di look radicale, il suo cervello percepisce “Sì, rapami a zero che devo arruolarmi in marina”.

E quindi io non ci vado. Faccio da sola. Due bustine di questo, 130 grammi di quello… Un po’ di acqua ossigenata in testa e via. Il tempo di posa? Andare su un social a dare un’occhiata…

Ed ecco il risultato. Perfetto direi.

Sembro la mamma della porta. Con quella nuance di colore che va dal palissandro Paolo Limiti al Maldini padre, buonanima, con un richiamo al gatto rosso che ha in testa Donald Trump.

Credo abbia un nome questo risultato. Smerdush.

Va beh, dai. Domani faccio l’altro tubo di colore così sistemo tutto.
Domani… Perché il capello va fatto riposare.

“Amore, che dici?… Vengo a letto, così almeno faccio riposare il capello e la tinta la faccio domani?…”.
“Sì, sì. Vieni. Tanto spengo subito la luce”.