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Sì, ho IL Ferrari e mi lamento

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Volevo dirvelo giá da tempo.
L’uomo con il Ferrari (lui non dice la Ferrari ma il Ferrari, forse perché fa più maschio…), per quello che ho notato in vita mia, è quasi sempre uno che si lamenta.

Chiariamo una cosa.
Il Ferrari 458 Italia modello basic, colore rosso, tirato a lucido ma senza stravaganze extra, costa a listino circa 200 mila euro.
Come lo stipendio netto di un operaio dell’Ilva nell’arco di 12 anni, ma anche come il cachet della Hunziker per cinque giorni a Sanremo o come il guadagno in due ore di Bill Gates o di un giorno di Cristiano Ronaldo. Quindi, una bella cifra, ma non impossibile.

Per questa cifra, ti aggiudichi un gioiellino del Made in Italy che ti renderà sicuramente appetibile agli occhi di veline, letterine, mamme, nonne e zie di mezzo mondo. Ma ti renderà anche molto appetibile agli occhi di qualunque pattuglia dei carabinieri nei posti di blocco di mezza Italia.

Quindi – prima lamentela del possessore di un Ferrari – “L’ho dovuto vendere perchè ogni cinque minuti mi tiravano su la paletta”.
Che poi, fateci caso, i caramba ti guardano in faccia e la prima domanda che ti fanno sempre è: “Quest’auto è sua?”.
“Scusi, ma di chi dovrebbe essere? Del mio barbiere? Di uno a cui l’ho rubata stamattina mentre andava al bar? Di chi? O forse vuole dirmi che ho la faccia di uno poco raccomandabile, poco serio? Sono così conciato?”.
“Favorisca i documenti.
Controlliamo, vediamo. Facciamo il nostro lavoro. Ecco. Manca una lucina nell’accendisigari, fanno 800 euro e meno due punti nella patente, oppure si chiude con 400 secchi… “.
Alla decima multa, il suo Ferrari il sciùr Piero lo chiude in garage e se lo dimentica lì, tra il calendario Pirelli del 1998 con la Herzigova a seno nudo che si mangia gli spaghetti e la collezione di dischi anni ‘70 di Fausto Papetti del papà, buonanima.

Altra lamentela. “È un’auto un po’ rigida, scomoda, troppo bassa, senti tutto, sui dossi un macello… dopo un po’ che la guidi ti viene mal di schiena!”
E te credo, testina! È un’auto sportiva, terra-terra/ culo-culo, con un’accelerazione da infarto, richiede polso, fisico e riflessi allenati. Di sicuro, non puoi contare sul sedile supermolleggiato del SUV con cui porti in giro la tua vecchia nel week-end, a un metro da terra e sulle sospensioni di un bungee jumping. E certamente non va bene nel traffico urbano a schivare pedoni, a fare il pelo ai marciapiedi e a stare in processione sulla tangenziale ovest. Rassegnati, un minimo di mal di chiappe e un’ernia al disco inoperabile ci stanno tutti. Anzi, ti stanno pure bene!

Ma per il sciùr Piero, il Ferrari ha un difetto davvero imprescindibile. “Tutte le donne che incroci, poi te la vogliono dare solo per quello…”.
Ah, cavolo, un bel problema! E scusa se te lo chiedo ma “per quello” non è anche il solo ed unico motivo per il quale il Ferrari lo hai voluto e pagato sull’unghia, vero? Tu lo hai acquistato per la sua linea sobria, il suo ineguagliabile design e la storicità dell’italico marchio “siam pronti alla morte”, vero?
Ma non mi far ridere, testina!

Detto tra noi, non ho prove documentate, perchè io quelli con il Ferrari non li ho mai avuti né me li sono mai scelti (e viceversa) come compagni o amanti, ma credo si possa affermare con certezza: chi compera un bolide come quello,  sotto sotto, per come si lamenta, chiagne e fotte, deve avere qualche problema. Di che tipo? Ma è ovvio, seri problemi di autostima! O di autismo esistenziale, come minimo. Sindrome da abbondanza, curabile con un bello stage in una miniera sarda.[:]