In Versilia vigono due tipologie di bagnini: quelli alla vecchia, e quelli alla nuova maniera.

Chi fa parte della prima tipologia di bagnini: ha gli occhi scavati in fondo a un ciuffo di rughe, il viso modellato da sole e salsedine, il cappellino logoro (risalente agli anni in cui le bagnanti tedesche imploravano le sue carezze), i peli bianchi che ricamano le spalle incurvate, la voce dura come gli scogli del Pontile e il tono cantilenante, come la quadriglia delle onde che danzano instancabili sulla battigia, lo sguardo volto all’orizzonte, a scrutare le nuvole, per sentenziare previsioni del tempo che nemmeno Giuliacci padre e figlio messi insieme potrebbero.

L’antico bagnino parla per motti, proverbi sulle stagioni, sul mare, sulla bonaccia, sui culi e meduse, intercalando con “delafia”, rafforzativo tipico versiliese, assimilabile al “dé” labronico.
Quest’uomo dalle svariate risorse artistiche, usa l’arsellaio con una mano, (rimandando all’agilità del cow boy che doma un agile puledro), pesca taluni pesci con le mani, e altri gettando il rezzaglio con la precisione geometrica di un ragno che tesse la sua ingegnosa tela, nonostante la fisicità appesantita dal rincorrersi di lune e dall’umidità delle mareggiate, che profumano d’antico.
Preciso e solerte nella manutenzione della spiaggia, ripulita con cura e abile esperienza, didattico nel ricordare annate nuvolose, tempeste e tramonti malinconici.
Ed è proprio al tramonto, mentre i bagnanti si avviano alle auto, che col rastrello in braccio si intrattiene con alcuni fedeli a ricordare le ragazzate degli anni che furono, i cuori stranieri conquistati con galanteria, le grigliate in notturna sulla sabbia umida, le malefatte dei giovanotti ‘birbanti’, le secchiellate d’acqua che a ferragosto omaggiavano i malcapitati ospiti, spiaggiati sul bagnasciuga.

Chi fa parte della seconda tipologia di bagnini lo riconosci altrettanto facilmente: corpo scolpito dalla palestra, ciuffo ingelatinato, sopracciglia a ali di gabbiano, cellulare impermeabilizzato fra le dita curate e abbronzate, a meno che non sia il figlio di un vecchio bagnino, che per tradizione mantiene a fatica le usanze del padre, ricamate da una banale e purtroppo asettica, inquinata modernità.