Alle elementari sembravo un ragnetto.
Alle medie sembravo un ragnetto cresciuto. Altro che tutorial.

I maschi facevano le classifiche per designare la più bella e io ero sempre in fondo. Anche se oggettivamente c’erano delle cesse più cesse di me.

Passato quel periodo, siamo entrati negli anni Ottanta, capirai.
Capelli cotonati con la permanente, lampada al viso, rossetto chiarissimo, scaldamuscoli e ombretto fuxia, orecchini immensi e assurdi.
Non proprio il top.

Negli anni Novanta, l’Università.
Per essere più credibile e intellettuale, mi vestivo sempre di scuro, viso struccato.

E adesso che sono una donna, brutta, di mezz’età, agli ultimi colpi prima della resa, ho scoperto i tutorial per imparare a truccarsi.

Che cos’è un tutorial? C’è qualcuno che dice di sapere cose su qualcosa. E, bontà sua, ce le vuole insegnare divulgandole attraverso dei video.

In genere, quel qualcuno si riprende con una videocamerina da camera sua. Infatti spesso, dietro, vedi appeso un accappatoio, il gatto che si lecca le palle sdraiato sul letto, sua madre che passa con i bigodini in testa, la tv accesa in sottofondo sintonizzata su programmi orrendi.

Ma ci sono le eccezioni.
Alcune ragazze brave e competenti le trovi.

Dunque, dopo attenta ricerca, ne scelgo una che ai miei occhi pare essere la migliore, avvio YouTube, e mi preparo moralmente e fisicamente.

LessonNambarUan.

Sarò bellissima! Alla soglia dei 50 anni, finalmente, avrò la mia rivincita su quei piccoli stronzi che facevano le classifiche a scuola, che adesso sono diventati grassi e pelati.

Mi accingo a seguire pedissequamente le istruzioni.

Prima di tutto il viso deve essere bello pulito e idratato.
E una.

Poi il correttore. Se hai le occhiaie viola ci vuole arancione, se ce le hai rosse ci vuole verde, se ce le hai marroni ci vuole beje. Ma un tocco meno del tono della tua pelle. Io ce ne ho uno rosino, va be’, andrà bene lo stesso.

Poi il fondotinta. Anche lì, devi provartelo prima sull’interno del polso. Me ne spalmo un goccio e ho il polso dello stesso colore della faccia di Michael Jackson. Boh, decido che è okay. Me lo stendo, cercando di non creare uno stacco netto con il mento e le mandibole. Tanto poi ho un maglioncino col collo alto, che me ne frega.

E ora eyeliner, matita, ombretto, sfuma qua, smokey effect, tira là, alza lo sguardo, dai profondità. Il fard, che dai miei tempi non si chiama più fard ma blush. Risucchia in dentro le guance, metti in rilievo gli zigomi, spandilo lì, verso le tempie, stemperalo sulla fronte, punta del naso e del mento.

Poi, spruzza su tutta la faccia una specie di lacca che è un fissatore. Alla peggio mi viene la faccia cotonata.

Tempo impiegato: un’ora e mezzo.
Prendo lo specchio che ingrandisce e… to’, wow!
Sono un carro del Carnevale di Viareggio! Ma che meraviglia!

Do una ditata sdegnata al canale YouTube di quella malcapitata.
Quell’incompetente!

Mi rilavo il muso con foga.
Adesso sono struccata e a chiazze per la violenza con cui mi sono strofinata.

Mi metto un filo di burro cacao rosato e amen.

L’importante è essere belle dentro…
Se la facciano andar bene![:]