Giovedì scorso il nostro presidentissimo ha pubblicato un suo intervento avvenuto presso gli studi della D’urso in una rubrica di Pomeriggio Cinque.
(Ho dovuto googlare per scoprire come stracazzo si chiamasse il programma: adoro quando ho questi lampi di ignoranza).

Il Ministro dell’Interno, capendo esattamente dove andare per accaparrare altri consensi, si affida sempre più a Facebook o programmi di bassissimo contenuto culturale per estendere le sue idee ai più. Conosce benissimo il SUO pubblico, ed è proprio lì, che sta diffondendo la sua indegna campagna elettorale. (sì, sì, lui è ancora in piena campagna elettorale).

L’ultima sparata, riguarda un argomento a lui caro: la “legittima difesa” e il relativo utilizzo di armi
(Perchè pareva brutto parlare del fatto che ancora dopo 2 mesi non si sappia ancora cosa minchia fare di Genova e di quando/come/perchè ricostruire quel Ponte e ridare dignità e speranza a quella città).

Ma…partiamo, come è giusto che sia, dai dati:
In Italia i reati sono in calo (IN CALO).

Nel 2017 sono stati denunciati circa 2.200.000 di reati, diminuiti del 10,2% rispetto all’anno precedente.
Gli omicidi sono passati dai 611 del 2008 ai 343 dell’ultimo anno (-43,9%).
Le rapine sono passate dalle 45.000 a 28.000 circa (- 37,6%).
I furti da 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%).
In aumento i reati informatici, ma su quelli non credo che una pistola possa risolvere molto: dati statistici della NASA dimostrano che sparare al proprio PC non spaventi eventuali Hacker.

Salvini, dall’alto della sua carica, come al solito, la butta sulla caciara, facendo presa come sempre sull’italiano medio, l’italiano spaventato, l’italiano ITAGLIANO.

Parla come se fosse al BAR, come se stesse discutendo con la sua cerchia di amichetti dopo 3 birre, senza tenere minimamente conto della sua posizione istituzionale.
La mette sullo scherzo, parla di un decreto sull’utilizzo delle armi, come se stesse raccontando della sua ultima esperienza sessuale. (sono indecisa se sorridere o rabbrividire)

In Italia avere un porto d’armi non è così semplice, e anche chi ne è in possesso, ad oggi, ha diversi veti (che qualora succedesse qualcosa e si appurasse non siano stati rispettati, le conseguenze sarebbero tangibili).

Il Fenomeno dell’ “Italia agli italiani”, ancora un volta, si occupa dei NON problemi per spostare l’attenzione sul pericolo inesistente; senza mettere in conto la pericolosità dei suoi possibili interventi e della sua scellerata politica di istigazione all’odio fomentando sentimenti come la paura e l’insicurezza.

Chi pagherà le conseguenze di questa eventuale decisione non potrà che essere il cittadino.

Un paragone con gli USA, dove la diffusione di armi è particolarmente diffusa, è facile da farsi:
tra il 2005 e il 2015 in America sono morte oltre 300.000 persone per ferite da arma da fuoco,
mentre nello stesso periodo i morti per attentati terroristici di varia matrice sono 71.
Tra il 2001 e il 2010 sono morti più cittadini di Chicago che soldati nella guerra in Afghanistan e il 20% delle vittime aveva meno di 18 anni.

E’ QUESTO che dovrebbe spaventarci CAZZO. QUESTO!

E chi fa il paragone con la Svizzera, commette un errore madornale, perché seppur in Svizzera le persone armate siano in proporzione di più che negli USA, il tessuto sociale e culturale è nettamente diverso.
La Svizzera è una nazione dove il servizio militare comprende dei periodi di richiamo annuali e dove i cittadini/soldati custodiscono le proprie armi in casa.
E poi, guardiamoci, in faccia, veramente vogliamo paragonarci alla Svizzera in precisione, rigore, coesione e sviluppo?

Salvini nel suo intervento parla di un DOVERE delle persone di difendere i propri cari in caso di aggressione nella propria abitazione.
DOVERE UN CAZZO.

Punto primo, non me lo devi dire tu, punto secondo l’uso della violenza è una prerogativa dello Stato per eventi eccezionali e di autotutela, punto terzo tu hai idea di cosa cazzo provocheresti se allargassi la maglia sotto questo aspetto?

Ma sì, diamo a tutti una pistola, così non appena il malvivente si introduce in casa, chiamo mio marito che come Ernesto Sparalesto estrae la sua Colt, prende la mira e BANG! Salva tutti. Giustizia è fatta!

Perché se nel cuore della notte si introducesse qualcuno in casa il povero Ernesto avrebbe naturalmente la giusta esperienza per impugnare un’arma e freddarlo prima che possa nuocere a qualcuno.
Del resto chi non ha ucciso qualcuno nella sua vita?
E poi figuriamoci, adesso che Salvini ci ha dato il permesso di sparacchiare i ladri saranno tutti spaventatissimi:

“Ehi stasera rapiniamo quell’appartamento?”
“eh ma se sono armati?”
“ah cazzo non ci avevo pensato…del resto noi quando andiamo a fare le rapine solitamente usiamo il superliquidator di mio figlio”
“quindi?”
“eh quindi niente, tocca trovarci un lavoro!”
“ma siamo immigrati!”
“merda!”

Non vi passa nemmeno un pochino per il cervello che forse i malviventi potranno entrare in casa vostra anch’essi armati,
magari PIU’ armati del previsto,
e che tengano in considerazione la possibilità che ci potrebbero lasciare le penne; e che magari magari siano un pelo più esperti di voi nell’utilizzo di pistole e affini? no eh? Siete tutti John Rambo lì fuori vero?

E avete provato a pensare che magari se tali armi finissero nelle mani sbagliate qualcuno potrebbe farsi giustizia da solo anche per stronzate?
Del resto Noi non abbiamo assolutamente nessun esaltato in casa nostra. Niente.

E ancora, visto che naturalmente l’arma deve essere pronta all’uso qualora l’immigrato di turno si palesi nella nostra abitazione (sì sì perché si parla dei cattivissimi immigrati), avete pensato che magari potrebbe finire accidentalmente nelle mani di vostro figlio che, fiero di avere un genitore coglione potrebbe cominciare a giocarci? E che magari il gioco potrebbe non finire benissimo?

Io non lo so a che gioco stia giocando il presidentissimo, ma è un gioco pericoloso, e qualcuno finirà per farsi male.

In 4 mesi sembra di sentire propagande di 70 anni fa. Lo chiama “il Governo del cambiamento”, invece, l’unica cosa che è cambiata è la faccia di chi non solo prosegue nell’immobilismo dei governi precedenti, ma ci aggiunge la puzza di qualcosa che sembrava ormai passato e che sta tornando a galla, con tutto il suo fetore.