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Addio, password crudele.
Un tempo, ero un’autrice di Syndrome.
Poi, all’improvviso, ho perso la password.
Era sempre stata li, nel mazzo delle parolechiave, in fondo alla borsa, insieme ai noccioli di pesca e i minitampax e poi, senza un motivo, è scomparsa.
Volatilizzata.
Svampata.
Smaterializzata.
Ed è stato l’inizio della fine.
Sola, disperata, con quest’acqua e questo vento, mi sono ritrovata davanti a un portone che non voleva aprirsi nemmeno con le molotov.
Abbiamo provato di tutto, davvero.
Per me sono state inventate le password più incredibili, degne di un nobel alla cazzeggiatura ma niente.
Pippopippone, cippolippo, stocazzo, staminchia, stafava, apriti sesamo, avadakevadra, sxT4°çà £$&6a, machetoodicoaffà, semiapriteladò, governofotocopia, matteo, facciacomeilculo, apricazzoapri, mattarellum, consultellum, ilbudellumdituma’, 123456, 654321, alberoopresepe, mortaccitua, kafeeeee!1!, ricchio, ricchione, ricchioncello, driiiinnnn!, toctoc, mibuttoperterraepiango, xanax64, valium71, serenase69, coluichenondevesserenominato17, Olindo, Rosa, Olindoerosa, maremmamaiala, maremmatroia, maremmaschifosa niente!!!!.
Amiche carissime, questo è il mio testamento spirituale e non solo.
Vi vedo attraverso i vetri appannati, là, al calduccio, nel castello di Syndrome, mentre tentate di comunicarmi l’ennesima password con l’alfabeto muto.
Prendiamone atto: ormai, per me, è finita.
Vi saluto per sempre da questo ponte levatoio, indecisa se buttarmi nel fossato per scoprire finalmente il coccodrillo come fa o andare raminga per il mondo, in cerca della password perduta, bussando a destra e a manca, le mani gonfie e violacee per il freddo, la faccia sferzata dal vento del nord, i piedi gelati ma quello anche ad Agosto:
“Qualcuno fra voi, buone e brave persone, ha visto la mia password ?”.
“Forse… com’era?”.
“Eccheccazzo!” .
“Echeccazzo!?” .

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Un tempo, ero un’autrice di Syndrome.

Poi, all’improvviso, ho perso la password.
Era sempre stata li, nel mazzo delle parolechiave, in fondo alla borsa, insieme ai noccioli di pesca e i minitampax e poi, senza un motivo, è scomparsa.
Volatilizzata.
Svampata.
Smaterializzata.
Ed è stato l’inizio della fine.
Sola, disperata, con quest’acqua e questo vento, mi sono ritrovata davanti a un portone che non voleva aprirsi nemmeno con le molotov. Abbiamo provato di tutto, davvero. Per me sono state inventate le password più incredibili, degne di un nobel alla cazzeggiatura ma niente.
Pippopippone, cippolippo, stocazzo, staminchia, stafava, apriti sesamo, avadakevadra, sxT4°çà £$&6a, machetoodicoaffà, semiapritelado’, governofotocopia, matteo, facciacomeilculo, apricazzoapri, mattarellum, consultellum, ilbudellumdituma’, 123456, 654321, alberoopresepe, mortaccitua, kafeeeee!1!, ricchio, ricchione, ricchioncello, driiiinnnn!, toctoc, mibuttoperterraepiango, xanax64, valium71, serenase69, coluichenondevesserenominato17, Olindo, Rosa, Olindoerosa, maremmamaiala, maremmatroia, maremmaschifosa niente!!!!.

Amiche carissime, questo è il mio testamento spirituale e non solo.

Vi vedo attraverso i vetri appannati, là, al calduccio, nel castello di Syndrome, mentre tentate di comunicarmi l’ennesima password con l’alfabeto muto.
Prendiamone atto: ormai, per me, è finita.
Vi saluto per sempre da questo ponte levatoio, indecisa se buttarmi nel fossato per scoprire finalmente il coccodrillo come fa o andare raminga per il mondo, in cerca della password perduta, bussando a destra e a manca, le mani gonfie e violacee per il freddo, la faccia sferzata dal vento del nord, i piedi gelati ma quelli anche ad Agosto:

“Qualcuno fra voi, buone e brave persone, ha visto la mia password ?”.

“Forse…com’era?”.

“Eccheccazzo!” .

“Echeccazzo!?” .

“No! Eccheccazzo nel senso di  Eccheccazzo!se l’avessi saputa sarei rimasta a casa!”.

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