Oggi a Verona si apre il congresso mondiale della famiglia.
Un nome pomposo per chiamare un covo di bigotti, frustrati e infelici delle proprie vite che allora si devono sfogare su quelle degli altri. Oltre a questi sarà anche un ritrovo di persone coerenti, con due o tre matrimoni alle spalle, bambini sparsi qua e là, fidanzatine che sembrano scolarette. Oppure donne non sposate, conviventi, con figli, che gridano allo scandalo quando qualcuno glielo fa notare perché “non bisogna farsi i fatti degli altri”. Ahhh, chiaro.
Quindi se ho capito bene, io non posso dire nulla a te, ma tu puoi insultare me.
Sembra alle elementari quando si diceva: io son di gomma e la parola ti ritorna, tu sei di cacca e la parola ti si attacca.
La maturità è la stessa.
Curioso poi che sia proprio Verona, lì l’ultima volta che hanno detto a una coppia che loro non potevano stare insieme, non è che sia finita proprio bene bene. Di solito dagli errori si dovrebbe imparare.
Boh, sarà che a me hanno insegnato una cosa semplice, se ci si ama, ci si aiuta e ci si rispetta va sempre bene.
E si è famiglia quando tutto va male ma in quelle braccia senti di poter stare bene anche se sei distrutto dal pianto.
Quando al supermercato fai la spesa e metti nel carrello cose che a te non piacciono ma a loro si.
Quando su netflix fai a turno con le serie.
E un sacco di altre cose.
Comunque io lo so, loro li si guarderanno, brutti secchi, grigi, vecchi e in un angolino si diranno: ma che cazzo stiamo dicendo?
O almeno ci spero.