Hai deciso di adottare un gatto?
Un adorabile grufoletto peloso con gli occhi languidi e capace di tanto amore?
Bene! Ti fa onore!
La prima cosa da sapere è che con un pelosetto cucciolino pucci pucci di nome “gatto”… non esistono consigli. Esistono comandamenti. Ecco:

10 banali (ma fondamentali) consigli per adottare un gatto:

1. Non avrai altro Dio all’infuori di lui;

2. Non nominarlo invano,

tanto anche se lo nomini, il massimo che puoi ottenere è uno sguardo di indignato per aver anche solo pensato che lui potesse in qualche modo perdere un decimo di secondo per darti attenzione;

3. Ricordati di santificare il suo pelo,

ovunque. Sul letto, sul divano, sulla sedia di tua nonna, anche in bagno mentre fai la cacca – soprattutto in bagno mentre fai la cacca. Chiudere la porta servirà solo a farti ricevere notifiche dell’avvocato dei vicini che ti citeranno per schiamazzi: Santifica;

4. Onora la sua lettiera,

altrimenti lui userà il tuo armadio in sostituzione;

5. Cerca di non farti uccidere nel sonno;

6. Non commettere atti impuri con la porta chiusa, vedi punto 3;

7. Non rubare,

i suoi topini: lui potrebbe rubarti l’anima e, confuso, riconoscere nel tuo abito di seta il suo topino;

8. Non dire (né a te stesso, né agli altri) falsa testimonianza (tipo che è un gattino carino e coccoloso)

Quando decidi di adottare un gatto devi mettere in conto che lui si farà accarezzare con gli occhi languidi per 4 secondi per poi smerdarti davanti a tutti coloro ai quali lo hai detto devastando le loro braccia e cavando i loro occhi, facendoti correre all’ospedale in una maschera di sangue;

9. Non desiderare la sua donna o il suo uomo

Quando decidi di adottare un gatto il tuo umano è il suo e tu, sottomessa, potrai solo sperare di potergli parlare mentre lo tiene in braccio senza infauste conseguenze per la tua gola durante l’attacco che naturalmente ne seguirà (a causa della tua incauta mancanza di rispetto);

10. Non desiderare la sua roba

Quando decidi di adottare un gatto devi ripeterti come un mantra: quello che è tuo è suo. Quello che è suo è suo.

Pronta? Bene.
Buona convivenza.