Ho deciso di rileggere “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti per vedere se dopo mezzo secolo la concezione della donna è cambiata. Ebbene sì, per fortuna, gran parte degli stereotipi e dei condizionamenti di genere sono superati.

Mi sono ricordata come questa lettura sia stata importante durante la gravidanza, ero ossessionata dal pensiero di cadere in un’educazione sbilanciata e sfavorevole per mia figlia. Mi domando ora: sono riuscita a non farlo? Sì, mia figlia è un individuo libero e indipendente; sempre in giro nel mondo, segue le sue due passioni, il Giappone e il Cinema.

Ma io? Non mi sono mai chiesta se io abbia subito condizionamenti educativi. Come si è regolata mia madre con me? Dunque, attingo dai ricordi.

La domenica era dedicata alle pulizie casalinghe. Mamma metteva in mano a  me e ai due fratelli stracci, scope, detergenti. Poi, eseguiti un po’ di lavori generici, promuoveva immancabilmente i due maschi, mentre a me diceva:

“Lascia stare, non è per te, vai a studiare”

Lo ammetto, diventai invidiosa della carriera domestica di mio fratello piccolo che era arrivato a lucidare le maniglie di ottone. Lui, con in mano quel misterioso barattolino verde, mi passava davanti con aria di superiorità, mentre io rimanevo inchiodata alla scrivania a  studiare.

Un’ altra selezione che mia madre operava era quella relativa al cucito. Essendo sarta, metteva in mano a tutti, figli e nipoti, maschi e femmine, un ago e una pezza, perchè riteneva che da come veniva impugnato l’ago, si capisse subito se uno era portato nel cucito. Dopodichè decideva a chi  impartire un corso base. I miei fratelli superarono entrambi l’esame ed oggi sanno farsi tranquillamente un orlo da soli.

A me disse:

“Lascia stare, non è per te, vai a studiare”

Niente, non ero brava a fare nessun tipo di “faccenda femminile” per cui… mi laureai in matematica!

Oggi i miei fratelli fanno tutto in casa, con sommo gaudio delle mogli, ma io?

Beh, io mi sono trovata un compagno che per Natale si è fatto regalare una macchina da cucire… ebbene sì, adora fare tutto in casa e adora anche cucire! Che male c’è? Evidentemente neanche lui ha subito i condizionamenti nella formazione del ruolo maschile!

 

Quando mi ha visto stirare la prima volta, mi ha tolto la camicia dalle mani dicendomi:

“Lascia stare, non è per te, vai a scrivere”

Ecco perché passo un sacco di tempo a scrivere qui su Syndrome, e lui a fare le faccende di casa.

No, decisamente non ho subito i condizionamenti sociali di ruolo. Io, come madre, ho rispettato mia figlia e mia madre ha rispettato la persona che era in me, anche perchè… c’era ben poco da forgiare!
Diciamo la verità, troppo ardua sarebbe stata la strada del condizionamento, viste le mie scarsissime predisposizioni ad assumere ruoli tradizionalmente femminili!