L’insalata è un piatto fresco (dicono), in estate si ha meno fame e quindi è il pasto perfetto (per chi?), con le temperature alte bisogna consumare molta frutta e verdura (e attenti alle mezze stagioni che non ci sono più), e poi un’occhio alla forma non lo vuoi dare (anche tondo è una forma)?

Sarà pure così, ma per me l’insalata è un problema.

Vado al mare, apro la mia schiscetta pregustando già il profumo di parmigiana, lasagne o se proprio va male, pasta fredda, e vengo assalita da un’esplosione di foglie di lattuga e olive denocciolate, perché per farcene stare di più nel contenitore la maledetta viene sempre messa a pressione.

Se parlo con qualcuno del mio problema, arrivano i suggerimenti: “ma tu l’insalata la devi rendere interessante: io ci metto i pomodori secchi che ho fatto l’anno scorso, le zucchine dell’orto grigliate, i funghetti autunnali sottolio, il radicchio grigliato, i pinoli tostati, il formaggio che faccio in casa con il latte della capra che tengo in giardino e…” ma scusa, con tutto il tempo sprecato a fare questa insalata, non mi sbrigo prima a farmi una carbonara?

Per fortuna c’è anche la gente un po’ più sgamata che usa l’insalata come copertura: nel senso che inizia a preparare tonno-mozzarella-olive-wurstel-carne in scatola e poi copre tutto con uno strato (sottile) di foglie di lattuga e chicchi di mais. Apporto calorico: 1500 calorie, ma nessuno lo scoprirà mai, perché in fondo è una insalata!

Ma per me mangiare è per il 20% nutrimento 80% compensazione emotiva, quindi quando il cibo inizia ad annoiarmi, ci gioco, fantastico, lo giro, lo rigiro con la forchetta, cerco di trovare nuove ispirazioni… toh! Ho fatto un albero di Natale… fammi andare a vedere se mi è avanzato un pandoro dell’anno scorso!

Ma io penso che il mio problema di fondo sia l’essere siciliana.

E in Sicilia, l’insalata, non è un pasto, è un centrotavola.