Sono approdata su Instagram, il regno degli influencer, in ritardassimo rispetto al resto del mondo. 

Ero fuori dal giro, ma le amiche premevano “Fatti Instagram, fatti Instagram” e così ho ceduto. In poco tempo ho creato il mio profilo – basso – ho racimolato i miei primi follower, mio cugino, mia cugina, mio fratello, mio cognato, il portiere del palazzo (cacchio, questo sta ovunque) e ho postato la mia prima foto, uno scatto che ritrae il mio cane seduto. 

“Chi è il cane più bravo del mondo? Chi è? #dog #puppy #dosgofintagram #pugs #pugslife #cute.

Sì, ho provato da subito una certa vergogna. 

E così, senza rendermene conto, sono entrata in una molla rimbalzina che mi sbatacchiava inesorabile da un profilo all’altro, di tizia in tizia, senza fine. 

X-Files. Ombre evanescenti.

Chi sono queste creature rarefatte? Mi chiedevo tra un “Buongiorno Girlsssss, oggi voglio mostrarvi la mia beauty routine!” e un altro.

Ho scoperto così che centinaia di donne ogni giorno si lavano il volto pubblicamente su questo Instagram. Funziona più o meno così: si va in bagno e si inizia a strofinare il viso con detergente, scrub, tonico, siero e acqua termale con aria giuliva, ma non c’è un vero e proprio copione. Al massimo un canovaccio che indica come orientarsi e procedere nella detersione (ognuna è libera di vendersi la madre per 4 follower, se vuole, ma prima dello scrub).  

Alcune tentennano, altre vanno subito al sodo con bombardamento di codici sconto, sacrificio di congiuntivi al dio Denaro e menzogna circa la qualità dei prodotti. Per mesi ho assistito allo spettacolo indecoroso di pulizie del viso alternate a sermoni sui benefici di certi beveroni, tisane, spacciate come sostitutivi dei pasti. E poi body modellanti, aggeggi ciuccia cellulite e altre diavolerie, e ogni notte spettri malvagi mi rincorrevano nei miei incubi al grido di: “Countouring”! E mentre io continuavo a fotografare il mio cane, queste influencer negative giravano per il pianeta senza fermarsi mai e senza pagare mai  – manco un euro – per soggiornare in hotel lussuosi e bere champagne in qualche jacuzzi o per andare a mangiare la pizza di Cracco, nel senso di direttamente a casa di Cracco. 

In questi giorni di Quarantena mi è capitato di guardarmi allo specchio e di non riconoscermi. Pallore, tuta, chioma selvaggia: non potevo essere io quella donna, non ero io! Il mio pensiero è andato inevitabilmente alle influencer. Che fine hanno fatto? Come stanno affrontando l’isolamento e la permanenza forzata a casa?  

Ho provato a immedesimarmi. Un attimo prima sei felice alla Milano Fashion Week e un attimo dopo sono vietati gli assembramenti con più di due persone. Pensi e ripensi a tutti i selfie scattati strusciandoti su chiunque avesse un numero totale di follower maggiore o uguale al tuo e la paura che Chiara Ferragni possa averti negato il tag ti sovrasta. 

E poi la crisi economica. Considerando che il premier Conte ha detto che l’economia del paese non deve fermarsi, il mio consiglio è: raschiate, con le dita, il fondo di ogni barattolo di crema o tisana che avete in casa,  mie care, non si sa mai.  

Ho anche notato che vi state allenando a casa, cascasse il mondo ma non il culo, vero? Il vostro impegno è encomiabile. Vorrei ringraziarvi a una a una per aver messo le vostre competenze a servizio della comunità: in un colpo solo sponsorizzate la tuta, sfoggiate il fisico e fate il botto di visualizzazioni. Brave, questo è essere multitasking!

Perché anche adesso che siete un pò come noi altre, donne normali che non hanno nessuna influenza (il che è un bene di questi tempi), non vi arrendete. È il culto della bellezza femminile, il mito dell’avvenenza, antichissimo, persistente. Sessant’anni fa erano le reginette di bellezza, le gambe lunghe della Mangano (3 Nastri d’Argento e 3 David di Donatello), erano gli occhi da gatta di Sophia Loren, (2 volte premio Oscar) oggi sono le influencer. Domani andrà meglio. Ma nel frattempo che siamo tutti fermi e tutto si è fermato, anche i parrucchieri, voglio dirvi che:

La bellezza è per sua natura fugace, vacua …NO.

Voglio dirvi che spero che quando tutto questo finirà, avremo meno voglia di guardare il mondo sullo schermo di un telefono, perché questo mondo, l’unico che abbiamo ci è mancato cosi tanto da impazzire. E non è servito a nulla sfogliare le nostre gallerie di foto ritoccate, gli scatti in cui non sembravano noi, i ricordi di una vita instagrammabile che non ci appartiene. E tantomeno a voi.   

Detto questo, seguitemi sul mio profilo @Ugo_thepugDog, ogni giorno diretta su come non lavare le zampe del cane con la candeggina.