Primi weekend di Giugno, alla fine di una primavera che è stata un autunno sotto falso nome per tutti.

Ancora sotto al piumone ho iniziato a sentire una sensazione da troppo tempo dimenticata, caldo e sudore. Ho aperto la finestra e la luce quasi mi accecava. In 30 minuti ho tolto le ragnatele dal lettino da mare e ho caricato la famiglia in macchina: direzione spiaggia!

Indossando il costume, felice come non mai, mi sono resa conto che io all’arrivo dell’estate non ho mai smesso di crederci!

Ci credevo ad aprile, quando il supermercato, pur potendo ancora vendere i doposci, ha tirato fuori stuoie, borse frigo, creme solari, dopo sole, ombrelloni e lettini da mare e io sotto la pioggia, fiduciosa, ne ho comprati tre.

Ci ho creduto a maggio, quando ho messo lo smalto alle unghie dei piedi, che sotto i collant ci stava pure di merda, ma era comunque li, pronto per il primo raggio di sole che sarebbe potuto arrivare.

Ma soprattutto ci ho creduto nelle ultime settimane. Ci ho creduto nonostante le piogge quotidiane, il cielo grigio, i temporali puntuali del pomeriggio, perfetti per darti il colpo di grazia mentre si esce dall’ufficio o si vanno a prendere i bambini.

Nonostante tutto questo io ci ho creduto. E ci ho creduto così tanto che quando ho messo il costume, stamattina, ero depilata.

Perché l’ottimista si depila. La differenza tra chi intravede sempre una possibilità e chi il nero più totale sta tutta qui.

L’ottimista si depila.

E non solo per la spiaggia.

Quando spera nell’arrivo dell’estate, l’ottimista si depila.

Quando crede che la sessione di shopping sarà fruttuosa, l’ottimista si depila.

Quando va a un appuntamento, l’ottimista si depila.

Altrimenti quale altro Nobile sentimento potrebbe spingerci a fare questo? Obbligarci a sessioni di noioso rasoio,  masochistico Silk Epil o apiccicosa ceretta, se non la speranza che in qualche modo ne valga la pena?

L’ottimismo. Ovvio.