Quando un raffreddore non mi passa nel tempo del normale decorso di un raffreddore, quando un dolore immotivato non svanisce anche con l’uso di antidolorifici, quando un disturbo qualunque mi ammorba oltre i tre o quattro giorni senza recedere, io vado dal medico.

E come me, quasi tutte le donne che conosco.

Perché quando una donna non sta bene, va dal dottore, per risolvere il problema e poter tornare a stare bene.
Punto.

Gli uomini no.

Gli uomini ignorano il loro malessere, patendo come cani per settimane, anche per mesi, cercando mille motivazioni implausibili e inventando auto-diagnosi fantascientifiche (sto mangiando troppo spesso al ristorante, ho viaggiato con l’aria condizionata troppo alta, mi sono addormentato in una brutta posizione).
Minimizzando davanti a moglie, figli e amici e chiudendosi poi in bagno a rantolare dal male, rinviando non solo la visita, ma anche la telefonata al dottore per fissare l’appuntamento con la scusa che in ufficio è il momento più duro dell’anno, anche se è maggio e lavorano in una fabbrica di palle per alberi di natale.
Gli uomini vanno dal dottore quando il loro malessere è diventato non più celabile e accettano di andarci non certo perché stanno male, ma solo per far smettere la moglie di rompere (guarda allora ci vado, così almeno ti convinci anche tu che è una sciocchezza e mi lasci in pace una volta per tutte).

Ecco, gli uomini dal dottore ci vanno per concessione.

E la colpa è di John Wayne.

 

Coi suoi personaggi johnwayne ha insegnato agli uomini di molte generazioni che il vero uomo non ha mai bisogno del dottore anche se sta morendo e se ci va, sia chiaro, lo fa contro la sua volontà.
Il vero uomo, con una pallottola nel braccio e una freccia nella schiena continua a sparare con mira ferma e precisa, seccando un indiano dopo l’altro.

Il culmine di questo insegnamento si trova nel film El Dorado.

johnwayne dai primi fotogrammi del film accusa un dolorino a un braccio che diventa sempre più forte con lo svolgersi della storia e che lui cerca inutilmente di celare.

Verso metà film scopriamo che il vecchio cowboy ha una pallottola conficcata nella schiena da otto anni e che naturalmente lui non aveva mai avuto il tempo di farsela togliere (aveva avuto un gran daffare a spostare le mandrie, a contrattare con i capi indiani e a convincere gli Smithson a concedergli l’abbeveraggio al loro fiume), in realtà si cagava addosso all’idea di andare sotto i ferri del doc.

La pallottola provoca a johnwayne delle trascurabilissime paresi che lo inchiodano all’immobilità per diverse ore e, quando il medico che riesce a visitarlo in un suo provvidenziale momento di incoscienza gli dice che deve operarsi al più presto poiché rischia la paralisi totale, johnwayne reagisce con la ragionevolezza di un puma liberato dopo un giorno trascorso chiuso in un sacco di iuta.

Nel gran finale, johnwayne nonostante il braccio cionco inservibile per sparare, si presenta dai cattivi facendo da specchietto per le allodole e rischiando la vita, ma assicurando la salvezza ai buoni.
Accondiscende poi a farsi operare, solo e unicamente perché il suo più caro amico e la donna di cui è innamorato lo prendono di forza.

Poveri johnwayne , che vita dura hanno, costretti ad essere sempre forti, a non poter andare dal dottore per non ammettere la minima debolezza neanche quando soffrono.

Questa è la vera debolezza del sesso forte.

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