Torino, ottobre 2019. Di Eddi Marcucci ne avevamo parlato a gennaio, della sua assurda situazione e dell’immobilità delle istituzioni. Nove mesi dopo nulla è cambiato. L’udienza continua ad essere rimandata e questi eroi sono, ancora, in attesa di sentenza. Vi riproponiamo l’articolo perchè su questa vicenda non deve calare il silenzio.

Torino, gennaio 2019. Partecipa all’appello per salvare Eddi Marcucci

Oh, ragazze? Sentite che succede a Torino, che fa schiantare dalle risate! Avete presente l’Isis?

Dai… quelli che tagliano le teste a muzzo. Che hanno una lista di attentati più lunga delle code per l’iPhone (qui li trovate tutti). Quelli che stuprano e fanno diventare schiave sessuali decine di migliaia di donne. E dai!… L’Isis! Quelli che dal 2014 ci costringono a tenerci il trolley attaccato al sedere sennò pensano sia una bomba. Come dite?… Gli stronzi? Ohhh, brave! Loro. Gli stronzi dell’Isis.

Bene, ci siamo capite.

Ora, reggetevi forte…

Pare che combattere l’Isis sia… “socialmente pericoloso”.

Ahahahahahahhhahahahaahahahahahaahahahahahahahahaahahahahahahahahh

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ahhahahahahahahahahahhhahahahaahahah!!!

Forte eh?

Succede che il 23 gennaio, a Torino, cinque torinesi andranno davanti al giudice.

Motivo?

Sono entrati volontariamente a far parte dell’ Unità di Protezione Popolare e alle Unità di Protezione delle Donne curde. Avete presente quelli che hanno fermato l’orrore dell’Isis a Kobane? Loro.

Cosa rischiano? (tenetevi forte)

L’espulsione da Torino per due anni e la “sorveglianza speciale”. Cioè l’obbligo di rimanere in casa buona parte del tempo, parziale divieto di comunicare con l’esterno, divieto di svolgere attività sociali e politiche, sequestro di patente e passaporto e comparire davanti alle forze di polizia.

Con quale accusa?

Nessuna. Nessuna accusa specifica. Di conseguenza, non essendoci accuse, non potranno nemmeno difendersi in un processo.

Sarebbe come se, durante la Seconda Guerra Mondiale, avessimo preso e incarcerato cinque partigiani perché combattevano i tedeschi e quindi “socialmente pericolosi”.

Prendiamo questa ragazza: Maria Edgarda Marcucci detta Eddi.

 

 

Eddi ha 27 anni, ha combattuto un esercito di assassini, ha patito cose brutte, ha rischiato di essere stuprata o uccisa o entrambe, per l’Occidente (quindi per tutte noi, bimbe belle).

Guardategli gli occhi: sono occhi socialmente pericolosi?

 

Come dite? Ha un kalashnikov in spalla?

Bè, grazie al cazzo: provateci voi a combattere gli stronzi dell’Isis a colpi di smartphone.

Ma come, Eddi ha fatto quello che ogni uomo con un minimo di palle avrebbe dovuto fare e noi che facciamo?

La esiliamo?!?!

Ahahahahahaahhaaahahahahahahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahah

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hhaaahahahahahahahahahahahahahahahahahahhahahahah!!

Ridere.

Farebbe ridere, se non ci fosse da piangere.

Vabbè, chi se ne fotte: andiamo al sodo? Che si può fare?

Bè, tanto per cominciare partecipare all’appello lanciato dallo ypj, e sostenuto dalla madre di Eddi.

Ma subito.

ORA!

Basta mandare una e-mail con nome cognome e professione a questo indirizzo:  appelloypg@gmail.com

Ma non stasera o “dopo che ora sto chattando” e non tra 3 giorni.

Adesso, cazzo.

Cliccate l’indirizzo mail e scrivete nome cognome professione.

Ci mettete 36 secondi, bimbe belle. Cronometrati.

Meno di quello che impieghereste per chiedere al barista un caffè macchiato soia tiepida in tazza grande con miele d’acacia temperatura ambiente e spruzzatina di cacao amaro delle Antille olandesi.

E fate mandare una mail ai vostri mariti, figli, amanti, amici di FB, gatti, cani, tutti.

Condividete questo articolo e che servano a qualcosa, sti benedetti social!

Ah, e sabato, alle 14, a Torino, in Piazza Carlo Felice (almeno uno contento c’è), ci sarà una manifestazione per farci sentire vicini a lei e ai suoi compagni.

Più siamo e più possibilità avremo che il giudice tenga in considerazione l’appello.

Anche perché la legge è ancora una legge del ventennio fascista e magari al giudice serve un po’ di sostegno popolare, per riconsiderare la cosa.

Aiutiamo sto povero giudice.

Aiutiamo Eddi Marcucci.

Aiutiamo tutti e cinque i torinesi.

Aiutiamo noi stesse.

Perché di un’altra influencer o fashion blogger possiamo farne a meno.

Ma di donne come Eddi, no.

Partecipate all’appello.

ORA!

Grazie da me e dalla mamma di Eddi.