Una storia vera (purtroppo). Leggere solo se non si ha voglia di ridere.

Sei una giovane donna avvocato alle prime armi. Bionda, timida, educata.
Hai due figlie di 3 anni e 3 mesi.
Sei cotta marcia, lavori troppo, sempre. Stanca, distrutta, di più.
Sei sposata con un gran gallo 39enne, impresa di falegnameria, soldi a palate e gioia di vivere.
Una mattina ti svegli e lui non c’è.
Non c’è più. Non è da nessuna parte. Chiami tutti, lo cerchi dovunque. Per giorni, settimane, mesi. Niente. Ha chiuso l’azienda.
È irreperibile. Sparito nel nulla.
Telefoni all’investigatore privato numero uno: Tom Ponzi. Ci impiega sette mesi a trovarlo.
Tuo marito sta in Puglia, a  1000 km di distanza. Ha un’altra attività, un’altra casa, un’altra donna. Una tua conoscente più giovane e simpatica, che gli ha fatto perdere la testa.
Tu nel frattempo lo hai cercato ovunque, hai formulato mille ipotesi, ti sei dilaniata, sei dimagrita 10 kg, hai passato intere giornate mezza morta sul divano. Da settimane, le bambine le curano i tuoi genitori, perchè tu non ci stai più con la testa.

Il giorno della rivelazione sulla sua fuga e la sua doppia vita attuale, ti scatta di nuovo la luce verde, ti tiri su dal divano, riparti e adesso sembri Hulk: cattiva, tesa, una iena.
Lo trascini in tribunale per abbandono del tetto coniugale e di minori. Rischia tre anni di carcere e 90 milioni di lire (la storia è di alcuni anni fa).
Lui davanti al giudice dice: “Io in galera ci vado senza fiatare, mi leggo qualche libro e mi riposo ma 90 milioni di lire a questa donna non li daró mai. Mi dica se c’è un’alternativa”.
L’alternativa esiste: rinunciare alla patria potestà sulle figlie.
Lui si gira, guarda il giudice negli occhi e dice: “Ok, mi dica dove devo firmare”.

Storia vera.
Esistono esseri viventi fatti così.
Non chiamiamoli uomini, peró.

 

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