Di per sé un ossimoro.
La vacanza intelligente dovrebbe coniugare lavoro, affetti, famiglia e relax nella seguente formula: lavoro concluso + niente famiglia + partner sano di mente = relax.

La perfezione, si sa, non è di questo mondo, ma noi siamo delle illuse per cui ci armiamo di pazienza e tanta fiducia nella vita, e organizziamo l’impossibile.

Chi è una libera professionista fa i salti mortali per finire di lavorare entro metà luglio, massimo primi di agosto; tutte le altre si prendono le ferie quando riescono, stringendo i denti fino a sera tarda per far quadrare conti che non quadrano, imbottendosi di anfetamine per non sentire la fame e il sonno e ogni tanto sbolognando anche qualcosa a colleghi disponibili (a buon rendere!).

E così arriva agosto. E con lui le vacanze intelligenti.

Seguendo l’equazione di cui sopra, vi siete allontanate il più possibile dai vostri familiari, vi siete procurate una dolce metà equilibrata e disponibile e il lavoro è ormai un incubo lontano.
Siete in un fantastico quattro stelle immerso nel Cilento, camera con vista, spiagge di sabbia finissima, grilli e cicale inclusi nel prezzo.
Il vostro tesoro vi guarda adorante, ordina i vini migliori e vi porta a vedere le stelle.

Tutto è perfetto.

Ma questo paradiso dura in tutto diciotto ore.

Di colpo il telefono comincia a nitrire improbabili suonerie, e il mondo irrompe nella vostra intelligentissima vacanza.

Il  capo dai Caraibi si inalbera per come avete messo i capoversi a un pezzo (‘Ma lo sai almeno cos’è un capoverso? Come facciamo noi ad andare in stampa?’), pretendendo una rettifica immediata, proprio lì, sull’impepata di cozze.

Il redattore vi tempesta di whatsapp in cui vi spiega come redigere correttamente il testo, non fosse che – per etimologia almeno – questo lavoro dovrebbe essere di competenza sua e non vostra.

Mentre rispondete alla velocità della luce usando la forchetta, la vostra equilibrata metà impazzisce che manco Furia cavallo del West, sostenendo alla rinfusa di essere innamorato di voi (ah, sì?), ma forse della sua ex (aspetta?), però non può vivere senza di voi (in che senso?), ma è anche confuso per il suo lavoro (scoprite in quel momento che non si occupa di mobili ma di immobili, effettivamente la cosa aveva confuso anche voi).

Per mantenere alto il tasso di preoccupazione, la vostra casa di Milano si allaga e un paio di membri della vostra famiglia approfittano della bella stagione per cadere dal balcone, ammalarsi o morire.

Non ce n’è, dovete tornare subito, anche perché l’adorata metà dice cose come ‘Pensavo saresti stata la mia cura’, e di una cura ha sicuramente bisogno, ma non la vostra: quella di un professionista. E pure bravo.

……………………………

Il problema è che siete nel Cilento, e il Cilento ha il mare, il sole, i monti, i già citati grilli e cicale, ma non i treni.

La stazione più vicina è a venti chilometri dall’albergo.
Venti chilometri di viuzze, strade a senso unico regolato solo dal capriccio dei vigili e code di furgoncini dell’ortofrutta.
Arrivate che l’ultimo treno verso la civiltà è già partito, portandosi via con sé anche l’ultima speranza…

E invece no. Perché da Salerno, col favore della notte e una Panda che ha visto tempi migliori, due amiche stanno arrivando per salvarvi.

Due ore abbondanti di traffico, nebbia e tamponamenti sui monti dopo, sono lì, per caricare quello che resta della vostra dignità (l’autostima ormai è andata).

Seguono altre tre ore e mezza di viaggio, perché la Panda tossisce e sputacchia e a un certo punto si spegne sui monti, e riparte solo con una sinfonia di incoraggiamenti, botte e bestemmie (‘Metti la seconda!’, ‘Ma perché?’, ‘Tu mettila!’, ‘Ma voglio capire perché!’).

A suon di barzellette, imprevisti, dolcetti e Renato Zero degli anni d’oro, il viaggio della speranza giunge al termine.

Sono le cinque del mattino.
Nonostante tutta l’organizzazione, avete vissuto un’esperienza che non solo non era intelligente: era di una cretinaggine senza precedenti.
Per non parlare delle amiche, costrette a farsi sei ore di macchina sulle montagne in piena notte.
Forse la vacanza intelligente era partire direttamente con loro?