Qualche giorno fa, guardando su Instagram, mi sono imbattuta nella copertina di Vanity Fair con sopra Vanessa Incontrada come mamma l’ha fatta (in realtà non era fondamentale essere su Instagram, visto che questa copertina è arrivata ovunque).

Vanessa la seguo da anni, è sempre stata bellissima, qualunque cosa facesse. E qui mi chiedo, era necessario questo? Era necessario sbattere in faccia a tutti la sua non vergogna di mostrarsi così, il suo accettarsi, dopo averne sofferto nel primo periodo post parto, come da lei stessa dichiarato?

Me lo chiedo perché anche io mi piaccio così come sono, e anche io, un po’ di tempo fa, ho subito il bodyshaming, quando ancora nessuno lo chiamava così, ma io perché troppo magra.

Quanto sei magra, ma mangi?
Sembri anoressica, mangia di più!
Ai maschi piacciono le forme, mangia qualcosa!

Certo, se il mio essere deve modellarsi in base al prototipo più apprezzato all’altro genere, portatemi subito dieci pizze che recupero, ma forse neanche quello basterebbe, visto che c’è chi per il metabolismo mangia e non mette su un grammo.

Devo dire che è davvero bello sapere che il tuo fisico, che è così per costituzione indipendentemente da quanto tu mangi, digiuni, faccia sport o sia campionessa olimpica di maratone di Netflix e patatine, non è gradito agli altri. Sì, questo pensiero è realmente quello che ti fa stare su quando la vita si complica, l’autostima ringrazia, aggiungiamo un’altra cosa su cui struggersi.

Che poi, ci avete fatto caso, le prime che cercano di buttarti giù sono proprio le donne.

Tornando a Vanessa Incontrada, è un ottimo esempio di donna, ma sono sincera non comprendo il bisogno di assecondare a tutti i costi il pubblico che vuole questi gesti eclatanti, per comprendere che la bellezza è in ciascuno di noi, al di là di canoni e stereotipi.

Davvero nel 2020 abbiamo ancora necessità di parlarne? Davvero nel 2020 dobbiamo arrivare a spogliarci per far capire agli altri che dobbiamo piacerci noi e non a loro? A volte me ne stupisco da sola, di come oggi sia ancora necessario parlare, spiegare cose che in realtà dovrebbero essere così semplici. La taglia, il colore della pelle, con chi ci piace andare a letto o se vogliamo o no avere dei figli. Sono cose che fanno parte di noi e che non dovrebbero riguardare gli altri.

Che mondo meraviglioso, se ognuno si facesse i cazzi fatti suoi.