Ogni volta che da qualche parte del mondo c’è un attacco terroristico ci si interroga su come aumentare le misure di sicurezza per prevenire l’attentatore di turno.

E via con posti di blocco ovunque, check-in che durano 7 ore, donne che arrivano in aeroporto perfettamente vestite e truccate e passano ai controlli ridotte come mappine, bagagli che vengono fatti brillare, persone sbattute in galera perché portano il foulard in testa, kebbabbari messi sotto controllo dei servizi segreti.

L’allerta dura qualche giorno, qualche settimana al massimo.
poi si torna al nostro solito relax, quando dentro agli aeroporti – per ingressi secondari – entrano pure dei lanciamissili.

«Scusi, dove va lei con quel lanciamissile?…».
«Ma mi avevano detto che l’allerta era terminata…».
«Mi spiace, continuiamo fino a domani. Se vuole però può imbarcarlo».

 

Come se il terrorismo avesse come prima regola:
“Se sentite di un atto terroristico, fatene subito un altro”. 

 

E io mi immagino questi kamikaze buttati sul divano, che giocano a Muslim Fighter sulla PlayStation, aspettando che mamma li chiami dicendo “A tavola! Lavatevi le mani, mettete via il C4 che il tabouleh è pronto!!!”…

Quando arriva un sms: «Aeeeee… Ciro!!! Quelli stanno a fare l’attentato!!! Ma che ti si scurdat’ che sì kamikaze pur’ tu?».

E il kamikaze risponde: «Ero già con la cintura esplosiva addosso!». Bugiardo!… E via che va a farsi esplodere.

Ma che attentatore sei?… Ma non lo sai che noi abbiamo l’allerta altissima?… Che ti bastava aspettare qualche giorno sul divano, poi qui noi tutti abbassiamo la guardia e tu puoi fare la tua bella strage senza interferenze.

 

Ecco, noi occidentali l’Isis che organizza gli attentati lo immaginiamo così:
«Forza dai…!!! Fateli tutti sti attentati e poi basta eh?… Abdul, Bishr, Fateen, Haamid, Imraan, Khalid, Mansour, Rashid, Salah… Chi manca che deve farsi esplodere?… Waahid! Allora! Non abbiamo bombe da perdere!».

Come quando il pullman del Gruppo Vacanze Piemonte si ferma all’autogrill per fare andare in bagno i passeggeri:
«Genteeee!… L’avete fatta tutti?… Sicuri?… Andiamo!… Non è che poi mi fare fermare ancora eh?… ».

 

Quando NON c’è l’allerta vedi bande di terroristi musulmani-e-non che trasportano pezzi di artiglieria, che vanno nei centri commerciali a provarsi le cinture per metterci l’esplosivo, che comunicano dalle bacheche di Facebook: “Aoooooo… Chi ha un po’ di miccia da prestarmi???”.

Poi, l’allerta diventa alta.
Arriva uno con il monociglio sopra gli occhi che ti chiede “Scusi dove posso comprare un bombolone alla crema?” e scatta il panico.

Era sardo, ma ormai è stato già arrestato e processato.

 

A New York ci insegnano che il prossimo Khalid Masood va fermato con muraglie nei centri cittadini, barriere contro auto o camion. I terroristi usano l’auto come arma di distruzione di massa? E noi impediamo a tutte le auto di avvicinarsi ai luoghi di potere.

Così i parlamenti sono salvi e se Quelli proprio vogliono far saltare qualcosa si trovassero un altro Bataclan. O dei bambini in passeggino sul lungomare. O dei turisti in un mercatino di Natale. O dei pendolari del metrò.

L’attacco avviene sempre un secondo dopo che noi abbiamo abbassato le nostre difese.

A dimostrarci che siamo non solo molto vulnerabili, ma anche un po’ fessi.